12 EPISTOLARIO mi. Il medesimo al medesimo. [B, c. 29 b; P, c. 25; C, c. 265; Gu, n. 18; R, c. 34]. Bologna, 16 febbraio 1389 (?) Esprime l’augurio che l’amico spenda tutto il suo tempo libero nella lettura di Seneca Sapientissimo viro domino Sancto de Peregrinis, domino meo precipuo, Utini detur W0>. Spenda A UGUROR te, vir egregie, cum Seneca iandudum tuo, insomnes vigilias agere et totum otii tui tempus secum non otiose conterere, iocundam equidem et preclaram et unicuique expetibi- (a) B P. P. V. Santo Peregrino sal. C Domino Sancto de Peregrinis P Idem Sancto Peregrino salutem Pellegrini, cf. la nota 3 all’epistola XXXXVIIII: su Giovanni e Domenico di Colmano Vergerlo e Maria Spelati cf. la nota 4 all’epist. L, e per Maria Spelati cf. l’epist. LXXXXVIIII. (i) Che la presente sia anteriore al-l’epist. XIIII risulta chiaramente dal fatto che Santo la cita testualmente in quella sua risposta, e quindi possiamo ritenere con sicurezza che essa fu l’una delle due epistole scrittegli dal V. « in « fine februarii et martii principio » e ricapitate dopo la nomina dell’amico a vicario generale « in temporalibus » del patriarca di Aquileia, l’ 11 novembre precedente. E siccome Santo indirizzò la sua risposta al V. « nunc actu lo-« gicam legenti Bononie », è agevole concludere che il V., allorché scrisse quelle due epistole, non si trovava a Padova, bensì a Bologna, e pertanto che la presente sia anteriore al 1390. Ora dal documento 5410 nell’inedito Diplomalario del Bianchi (Biblioteca Comunale di Udine) apprendiamo che vicario « in temporalibus » del patriarca Giovanni di Moravia era dapprima Andrea Monticoli, nominato a tale ufficio il 5 ottobre, 1388, ma il documento 5419 ¡n data del 22 ottobre all’ 11 novembre, « ex parte sapientis « viri d. Sancti de Peregrinis in iure «canonico licentiati tamquam iudicis « et commissarii cause protectionis et « partibus infrascriptis specialiter de-« putati et delegati per reverendum in « Christo patrem et dominum nostrum « d. Iohanem...s. Aquilegensisecclesie «dignissimum patriarcham », sembra dimostrare che Santo, nel corso dell’azione giudiziaria istituita dal patriarca contro Federico di Savorgnano, avesse fatto tal prova di sé da meritare la nomina a vicario invece del Monti-colo proprio nel giorno (11 novembre, 1388) in cui il capodistriano dovè « decidere, definire, et determinare » a Udine le gravi accuse mosse contro l’imputato. I documenti successivi del Diplomalario lo dimostrano infatti vicario « in temporalibus » nell’agosto e nel settembre del 1389, nel gennaio e nel luglio del 1390, nel giugno del I39i,e nell’aprile del 1393. La data di questa epistola perciò va probabilmente fissata come non posteriore al 16 febbraio 1389. Questa conclusione è confortata poi dal ragguaglio dei suoi studi dato qui dal Vergerio; la trascrizione del Timeo a Capodistria nell’au-