238 EPISTOLARIO sicché aspettava il suo ritorno in Italia. Ora ha saputo ch’ei si trova a Pavia, onorevolmente accolto. Si congratula con lui, e trac nuova speranza di poter perfezionarsi nello studio del greco, che non ha omesso un solo giorno. Crisolora ricorderà che gli preconizzò un insigne impiego presso il tarnen (*> erat qui de te nominatim hoc diceret, quem nemo ex his quos sum percontatus nominatim nosset. hanc itaque opinio-nem secutus, postquam hue primum veniens litteras et ex Venetiis et hinc dedi, nichil preterea scripsi, nec quicquam ex his que de te plurimum optabam prosecutus sum, tuum reditum opperiens 5 ac veluti certus rei. ad amicos qui sunt Florentie et ad Pallan-tem W, qui fugiende pestis gratia Bononiam venit, hoc scripsi. nunc autem ex magistro Luca de Candia W M viro probe erudito, qui has litteras reddet, cognovi, quod ita Venetiis(a) ab amicis tuis audisset, substitisse te Ticini, ubi precipuum locum et honoris et 10 commodorum habeas W. magne profecto michi voluptati fuit id audire cum tua causa, cui bona omnia cupio, tum et mea; nam dummodo permaneas in Italia, spero me vel absentem posse per te(e) profìcere in greca oratione. ego enim, quod in me est, nullam diem intermitto quin aliquid de grecis legam. sed illud utique et 1J previdi et tibi, si meministi, predixi, cum esses abiturus , certum (a) P sermo tarnen (b) RI ex ils (c) B Candida (d) B om. Venetiis B1 luis Venetiis ma espunge le tre lettere Ven (e) P pro te (f) P habiturus (1) Palla di Onofrio Strozzi e di Alessandra di Scoiaio Cavalcanti (1372 o ) 373-1462). Per le sue vicende ved. Vesp. da Bisticci, Vite di Uomini illustri del sec. 17, ed. Frati, Bologna, 1893, voi. III, par. iv; e, per la parte che ebbe nella chiamata di Manuele Crisolora a Firenze cf. Novati, Epistolario cit., voi. Ili, p. 122-3. Riguardo poi ai codici greci da lui posseduti e portati a Padova, dove egli viveva in esilio dal 1434 in poi, legandoli alla morte all’abbazia di S. Giustina, si trovano notizie esaurienti in L. A. Ferrai, Manoscritti italiani delle biblioteche di Francia, voi. V della serie di Indici e Cataloghi pubblicati per cura del Ministero della Pubblica Istruzione, ed in R. Sabbadini, Le scoperte dei Codici Latini e Greci ne' secoli XIV e iT, Firenze, 1905, passim. Intorno alla strage compiuta dalla peste a Firenze dopo il mese d’aprile 1400, ved. Mi- nerbetti, op. cit., p. 250 : «e ancora « n’andarono assai a Bologna e molti-«ve ne morirono nondimeno». (2) Non sappiamo chi fosse costui. Dal contesto si potrebbe congetturare che si tratti d’un mésso o del Visconti o di Pietro Filargo da Candia, allora arcivescovo di Milano. (3) Il Crisolora si tratteneva a Pavia dopo la morte del Visconti, avvenuta nel settembre 1402, sino alla metà del 1403, tornando in seguito a Costantinopoli con l’imperatore, che raggiunse a Venezia. Nel dicembre del 1404, secondo 1’Agostini (Scrittori Finizioni cit., voi. II, p. 35) egli era di nuovo a Venezia (cf. R. Sabba-DINI, L’ultimo ventennio cit., p. 328). Quale incarico egli avesse a Pavia ci è ignoto; non pare che insegnasse pubblicamente, poiché dal 1398 al 1402 lo Studio fu trasferito da Pavia a Piacenza.