FORMAZIONE DELL’EPISTOLARIO LVII codici principali, fosse compiuta a Capodistria tra il 1460 ed il 1500 all’incirca; che la trascrizione (con qualche diversità nel caso di Gu) avvenisse nella ristretta cerchia dei congiunti del Nostro, stimolati e fors’anche aiutati dai rettori della civica scuola; e che i singoli testi avessero per fondamento le bozze o le copie di quante epistole vergeriane gli amanuensi riuscirono a trovare tra le carte sparse dell’Autore, con l’aggiunta di alcune poche lettere riprodotte da ignote fonti esterne. V’è però un fatto minore, o che ci pare tale, che a tutta prima sembrerebbe in contrasto con la nostra ipotesi. Strano veramente a dirsi, nel 1509, un membro della famiglia de’ Vergeri si rivolse, da Roma, a Scipione Carteromacho (Fortiguerra), che trovavasi in quel torno di tempo a Bologna, pregandolo di far ricerca colà delle opere del Nostro - e fra queste egli fa menzione di « gran nu-« mero di ottime epistole » - le quali opere, egli dice, non sono mai venute alla luce, nè egli sa dove esse si siano \ Ora, se la 1 La lettera fu stampata da P. De Nolhac nell’articolo intitolato Les Cor-respondants d’Aìde Manuce in Studi e Documenti di Storia e Diritto, ann. XIII, 1887, p. 298. Essa fu tratta dal cod. Vat. 4104, c. 52, ed è del tenore seguente: Domino Scipione [sic] Carteromacho. Messer Scipione. Come V. S. sia giunto a Bologna a saluamento, la prego li piaqua cerchare se per ventura se attroua li qualche cosa de Pietropaulo Vergerio Iustinopolitano, gentile et citadin mio, el quale consta hauer scripto molte cose dele quali solamente quella operetta De ingenuis mo-ribus e in luce. Lui stette li qualche tempo et credo chel studio, come appar per sue epistole scripte in quella cita. Poterete intender da li homeni eruditi cum qualunque harete praticha, et far uedere nelle librarie si in conuenti de religiosi come di altri homeni priuati, etiam dimandare a qualche Ungaro erudito se hauesse notitia di qualche tal cosa, perchè molti Ungari studiano li in Bologna, et esso Pietropaulo Vergerio morse in Ungheria essendo contubernale di Sigismundo Re. Denique vi piaqua usar in questa cosa quella diligentia, la quale uoressiuo ch’io usasse nelle cose uostre et poi darmene qualche auiso. Queste sonno le cose che mai sonno uenute in luce; ne so doue se siano: De Republtca - Dialogi de immortaliiate animorum - De monarchia siue de optimo principatu — De gestis Sigismundi Regis Pannoniae - De gestis principimi Carrariensium - Comparationes amiciciarum graecarum et barbararum - Inuectiva contra Carolum Malalestam - Orationes funebres - Orationes in laudem diui Hieronymi - Orationes prò tollendo scismate et in alio geuere - Magnus numerus optimarum epistolarum - Vita Francisci Petrarcae - Lyrica - Heroica - Comoediae-Quaedam etiam lingua hetrusca - Item de situ urbis Venetiarum - De situ Iustinopolis - De rebus memorabilibus sui temporis et de ecclesiae diuisione - Arrianum et Herodianum transtulit -Fertur etiam transtulisse quaedam ex Boccacio et facetias quasdam scripsisse et alia multa. lo. Andreas Fauonius Vergerius, h