DI PIER PAOLO VERGERIO	323
   te risus, non dubito, si hilaritatem vidisses vultus mei usque ad satietatem ridentis, dum tuW in faciem atque in barbam meam tanta voluptate iocaris<b). luderes, puto, libentius in crines meos, si presentes essemus ut ego paterer. vale.
s	CXXIII.
P. P. Vergerio a Francesco Zabarella W («).
[B, c. 47; P, c. 42; Ra, C. 44 b].
   Miror de te, si pluris extimare^ me iubes iniuriam meam quam totius orbis causam, ut, cum ista me hinc hactenus non avul-10 serit, illa protinus extrudere debeat, post acceptam enim iniuriam
        (a) Codi, te (b) C annoia in margine: •legerem luderes». (c) B P, P. V. P Eiusdem ad. Ma in ambeiue i coiici l’epistola è collocata tra le lettere iirelte allo Zabarella. PM c. 111 in marg• H(c epistola rneo iuiicio falso Vergerio ab ulroque « codice adscribitur ; est autem, ut coniectari potest, Fr.' Card.n Fiorentini ad Verge-
    •	riuiu, quod ex stylo tum contentis in eadem epistola aperte cognoscitur ». Ra senta titolo, (d) B existimare
  (1) Nell’edizione veneziana dtW’Epi-stolario, questa lettera trovasi stampata, senza nota alcuna, col titolo: «Francisus Zabarella P. P. Vergerio», giacché il Combi fece senz’ altro sua la congettura errata dell’annotatore del codice Papafava-Morelli; e lo Zonta, tratto in inganno dalla intestazione del Combi, l’ha perfino commentata quasi fosse una scrittura del cardinale composta durante il concilio di Costanza, per informare il Nostro, che tuttavia v’era presente, di certi casi suoi con papa Giovanni XXIII (cf. Francesco Zabarella cit., p. 94). In realtà però, non vi può esser dubbio che il V. non ne sia l’autore, quantunque la mancanza ne’ codici di qualsiasi indicazione di luogo e di tempo c’impedisca di saper precisamente in quali circostanze egli la dettò.
  Che la lettera è posteriore alla secessione de’ cardinali a Pisa nel mag-
gio de! 1408, risulta evidente dal contenuto ; e ’similmente le parole « hunc «pauci sequimur» indicano una data anteriore all’ evasione di Gregorio XII da Cividale, il 6 settembre 1409, atteso che il V. non accompagnò il pontefice nella sua peregrinazione verso Gaeta, dove i cardinali lo raggiunsero il 27 gennaio 1410 (cf. L. Schmitz, Die Quel-leti.... des Konifls voti Cividale cit., pp. 235 e 252). Un altro indizio della data approssimativa lo si può desumere da quanto vien detto qui intorno al beneficio non ancora ottenuto; sicché ci par lecito di collegare la lettera alle trattative, forse tuttora in corso, per il decanato di Cividale (cf. l’epistola CXXI). Due argomenti estrinseci concorrono poi a far attendibile questa supposizione. Il primo si è che lo stesso Zabarella, pur avendo sempre insegnato che un concilio possa giudicare e deporre il papa, non prese par-
per godersi dello spettacolo.
  Cividale (?) estate 1409 (?)
Si stupisce com’egli possa consigliarlo di dar più peso all’ingiuria sofferta che non alla causa del mon-