METODO DELL’EDIZIONE LXXXI Nè la forma medievale appartiene esclusivamente al periodo maturo di Pier Paolo, giacché, a tacere della comparsa qua e là di questo stile nelle epistole anteriori, l’autografo ci accerta che a diciott’anni egli scriveva «die VIIa Septembris»; e quindi ci par lecito concludere che, per regola, anche le epistole intermedie recassero originariamente la data composta alla medievale. A chi dunque dobbiamo noi attribuire codesto parziale travestimento ? All’autore, il quale avrebbe intrapresa, a salti, una revisione delle proprie epistole anche dal lato cronologico, integrando qua e là l’indicazione del giorno e del mese con quella, insolita, dell’anno, oppur a quella brigata di raccoglitori capodistriani, che, sul cadere del sec. xv, andava ricercando e ricopiando gli scritti vergeriani ? Il tenue quesito potrebbe forse rimanere senza resoluzione, almeno per quel che riguarda lo stile del giorno e del mese; ma, a togliere ogni dubbio, intervengono, nel caso delle epistole datate secondo la maniera classica, i molti spropositi nell’indicazione dell’anno. Evidentemente, la data di questa o quella lettera può celare qualche lieve errore dovuto alla disattenzione dell’autore nell’atto di farne la copia - anzi, Pier Paolo stesso dichiara d’aver talvolta alterata, nel testo spedito, l’indicazione almeno del giorno e del mese, affinchè la data corrispondesse, non già al tempo della composizione, bensì a quello dell’invio, e non di rado egli lamenta la scarsità dei corrieri, per cui le sue missive dovevano attendere a lungo prima di essere compiute e spedite ' - ma non è per verità credibile che » Cf. le epist. XXXXVI, p. 106; XXXXVIII, p. rio; LI, p. 115; CXXVIII, p. 341 ; CXXXI, p. 347. m