DI PIER PAOLO VERGERIO "5 pro valitudine sua voverat. nichil rescribo, in singulos dies ad-ventum suum opperiens. mandatum tuum de comparando codice<‘> Acc«n» « ceno cordi iugiter habeo. vale, adolescentes nostrimagnam michi de « due congiùnti se spem ingeneraverunt. Padue, .vii. kalendas martii 13 9 5 (?) LI. P. P. Vergerio a Giovanni da Bologna^). [B, 3; BJ, c. 74 b; C, c. 246; R, c. 72 b; G, c. 125], Padova, 12 marzo 1395. ’allacias tecum commentus W sum qui litteras meas datas finxi Spicg*u mo,ivo 1 quo tempore datas volebam , 10 ceteros ex mora accuses. picg« U perchè le sue let- in qua re nichil est quod . • . «. .. ritardo : ego enim ipse sum, qui negligentiam (a) B sen\a anno P 1396 (b) B B1 RG P. P. V. Ioanni Bononiensi phisico s. d. C ten\a titolo. (c) B1 C RG commentatila G corr. nell’interlinea commentus (1) Cf. l’epist. XXXXVI e la precedente. Si tratta forse d’un altro codice, giacché l’accenno all’arrivo di Giovanni da Bologna a Venezia (cf. l’epistola LI) rende poco probabile un errore nella data. (2) Accenna forse il V. ai fratelli Giovanni e Domenico, figli di Colmano di Domenico de’ Vergeri e di Maria Spelati. Di costoro il primo, che tro-vavasi quale studente di diritto a Padova, dove abitava in «contrata Ru-«theni», rilasciò «ad discum cervi» il 15 giugno 1396 una procura al fratello tuttora a Capodistria, dalla quale risulta che il loro padre era già morto in quell’anno. Il 15 ottobre 1417 Giovanni fu licenziato in diritto civile. Domenico invece mori prima del 19 luglio 1406, lasciando due figli, Colmano e Fantina, in tutela del fratello (cf. Gloria, Monumenti cit., I, § 587; ZONTA E BrOTTO, A Chi cit., p. 122, doc. 443 ; e Archiv. Civico di Capodistria, voi. XV, pag. non num.). (3) 11 contenuto della presente lettera dà luogo a non poche difficoltà. Innanzi tutto, nonostante diligenti indagini compiute dal R. Archivio di Stato di Firenze, non si è trovata traccia d’una lettera indirizzata da Gian Galeazzo Visconti alla Signoria Fiorentina in questo torno di tempo, quantunque il risultato negativo sia forse spiegabile dalle lacune che nella serie Responsive della Signoria si riscontrano nel trapasso dal sec. xiv al xv. Può darsi tuttavia che Giovanni abbia chiesto al V. una copia della celebre sfida del Visconti in data del 25 aprile 1390 (cf. Annales Medio-lanettscs in Rer. hai. Script. XVI, col. 815 sgg.), oppure che s’accenni ad una risposta del Visconti a Firenze nel 1395 intorno alla lega contro le compagnie di ventura (cf. Minerbetti, op. cit., p. 195). Quanto poi alle ambasciate menzionate dal V., il Bischoff (Studien cit., p. 20), pur accettando la data 1395 per quest’epistola, scrive: «Von einer Gesandtschaft Wenzels «nach Padua im Jahre 1395 finde « ich weder in Lindner’ s Geschichte « des Deutschen Reiches unter König