DI PIER PAOLO VERGE RIO
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   si nullo alio, saltem ne tam magna virtus iaceat, ut SeneceW placuit(l>, exercenda. scribe igitur et accipies, si etiam ceteras curas postergare deberem. vale feliciter et me amicum crede, tuus Antonius de Baruffaldis physicus.
5	VIIII.
P. P. Vergerio a Santo dei Pellegrini*1).
[B, c. 34 b; P, c. 31; C, c. 261; Gu, n. I; Go, c. 58].
Magno et preclaro viro domino Sancto de Peregrinis de Iustinopoli in iure canonico licentiato in TergesteM.
10 tn omnibus litteris quas ad te scribo, si recte memini, magna
   1	et<4> multa scripturum me<d) polliceor, sperans aliquandoM tantum otii michi captare quo tibi diutius vacare possim. qua quidem denique spe destituorW; tot enim diversa W, preter studii mei curas, inopinate subserpunt, ut nec studiis nec tibi nec michi
(a) Senece] Qui finisce l'epiit. in C (b) BCGo P. P. V. Ugonl Fer(r)ariensi P Eiusdem Ugonl Ferrarlensi (c) /’et magna et (d) P multa me script. (e) Gu alias
    (f)	BCPGo tibi et tuis vacare (g) P spe ego denique dest (h) P adversa
  (1)	Cf. Sen. Ep. ad Lue. IX, 8: « Sapiens etiam si contentus est se, «tamen habere amicum vult, si nihil « aliud, ut exerceat amicitiam, ne tam « magna virtus iaceat ».
  (2)	Che la vera intestazione di quest’epistola sia quella recata dal cod. Sandanielese è provato dall’aggiunta su «magister Iohannes noster», che solo in esso si legge. Ne consegue che è posteriore all’epist. Ili, giacché in questa asseriva il V. di essersi soltanto recentemente incontrato con Giovanni. Rispetto poi alla data si noterà quella frase « usitatum morem non
« deseram » che troveremo ripetuta nell’epist. XII. Essendo quest’ultima,
come al suo luogo si vedrà, del 1388,
ascriveremo pure la presente al medesimo torno di tempo. Nelle tre epistole a Santo sinora esaminate non si rinviene promessa alcuna di lettere frequenti con ampi ragguagli delle vicende del Nostro, tranne le parole nell’epist. VI. « in omnibus litteris... «eo tecum sermone loquar quo invi-«cem soliti sumus, et quicquid acci-«derit, quotidiano tibi sermone per-«scribam»; onde si può constatare quanto frammentario sia l’epistolario a no; trasmesso e trarre un argomento che la presente fosse dettata pure dopo l'epist. VI. Ci sembra quindi opportuno assegnarla ad una data da fissarsi tra l’estate del 1388 ed il principio del 1389.
cizia ò fonte di ogni bene quaggiù, c cosi seguiranno il. precetto di Seneca.
  II V. scriva dunque spesso ed egli risponderà.
   Bologna,
   1588-90 (?)
   Aveva più volte promesso di scrivergli a lungo; ma le circostanze avverse non glie Io consentono.