FORMAZIONE DELL’EPISTOLARIO LUI Successore dello Zovenzoni nel governo della scuola capodistriana fu, nel 1466, Francesco Zambeccari, bolognese, anch’egli letterato e poeta d’una certa rinomanza. Della stessa famiglia che Pellegrino Zambeccari, - il quale, settant’anni addietro, era stato avvinto a Pier Paolo da legami d’amicizia e di commercio epistolare, -Francesco, a sua volta, ebbe dimestichezza col notaio Pier Paolo Vergerio - l’uno de’ due copisti della prima raccolta del cod. Brunacciano - come ne dà prova una letterina che gli diresse presumibilmente mentre stava tuttora a Capodistria \ Aggiungasi ancora che, proprio in questo torno di tempo, Antonio Zarotti, altro congiunto dei Vergeri, faceva ricerca degli scritti del Nostro; e che nel 1479, come s’ègià veduto, Enrico Petronio, cugino del notaio Pier Paolo, era in grado di imprestare fuori di Capodistria il codice di lettere vergeriane menzionato nella citata epistola di Piero Dolfin. Nè fu 1 Per quel che riguarda il soggiorno di Francesco Zambeccari a Capodistria, ved. R. Förster, Francesco Zambeccari und die Briefe des Libanios, Stuttgart, 1878, p. 289 e sgg., dove trovasi riprodotto il documento relativo al contratto stipulato, in data del 25 aprile 1466, tra di lui ed il consiglio civico di Capodistria: documento registrato in un «Libro vecchio che comincia nel 1464 e «termina nel 1466 », e del quale l’archivio della famiglia Gravisi-Barbabianca un tempo possedeva un estratto. Così il Förster: ma, a quanto pare, l’operosità degli studiosi ha fatto sì che «il libro vecchio», che presumibilmente apparteneva all’archivio dei vicedomini, e 1’« estratto » conservato nell’archivio Gravisi-Barbabianca sono ambedue scomparsi. Allo stesso archivio Gravisi apparteneva, ancora nell’ Ottocento, un codicetto contenente undici epistole dello Zambeccari, dirette per la più parte a personaggi capodistriani, fra i quali sono il vicedomino Bartolomeo Petronio ed il notaio Pier Paolo Vergerio. (Oltreché nel volume del Förster, il testo di queste lettere deve trovarsi tuttora a Modena tra le carte del Tiraboschi, pel quale il march. Girolamo Gravisi ne fece una trascrizione). Il codicetto provenne dalla famiglia Petronio, forse assieme col nostro codice G. Notiamo infine che il Combi raccolse l’epistola scritta dallo Zambeccari al notaio Pier Paolo quasi fosse diretta al Nostro, sicché trovò posto, nove anni dopoché il Förster scrisse, nell’edizione veneziana dell’Epistolario (p. 220, n. CXLV).