FORMAZIONE DELL’EPISTOLARIO XLIX 1418; laddove nessuno può supporre che quella o qualsivoglia altra raccolta di epistole vergeriane fosse in origine messa insieme oltre le Alpi. Dall’altra parte, la ricorrenza nei codici C, P, R, che non dipendono da B, di gruppi parziali di lettere associate per ragione cronologica o raccolte sotto il nome del destinatario, ci conferma che, fin dal tempo dell’ultimo soggiorno di Pier Paolo a Capodistria, vale a dire verso il 1414, vi esisteva già un certo corpo delle sue epistole, sia perchè egli ne aveva conservato le bozze o le copie, sia perchè a casa sua c’era sempre stato chi le raccogliesse. Come s’è veduto, le postille dell’amanuense di C dimostrano che taluni autografi del Nostro esistevano a Capodistria ancora nella seconda metà del sec. xv. Nè v’ha difficoltà alcuna neH’ammettere che, a Capodistria, i figli di Santo de’ Pellegrini, e, a Muggia, Bernardo di Giovanni, da Bologna possano aver conservato copie di alcune delle epistole inviate ai loro genitori, mentre la compatta serie di quelle dirette nel 1411-2 allo Zabarella forse si spiegherà dal fatto che allora, per la prima volta, Pier Paolo dovette soggiornare a lungo nella sua minuscola patria senz’aver la possibilità di partirsene, e quindi senza mettersi a rischio di perdere i suoi scartafacci. Venendo ora al codice Guarneriano, che, esemplato in un tempo anteriore alla morte del pievano di San Daniele (1466), deve stimarsi il più antico de’ nostri manoscritti, vi sono due cose da notare. La prima si è che le differenze formali e di contenuto tra il testo di Gu ed il testo (in generale) degli altri codici - ad esempio B e C - per le epistole comuni, indicano che qualcuno