LII PREFAZIONE tico discepolo di Guarino a Ferrara (i45°)> corrispondente di Guarnerio (1463) e, ciò che più conta, rettore della scuola di Capodistria dal 1461 al 1464, e di nuovo nel 1470-1. A Capodistria poi, durante il primo o il secondo suo soggiorno, egli prese in moglie « Chiara « Vergeria », figlia d’un Grisoni. ma a Venezia o altrove), stava sotto la tutela di «G. B. Grisoni», morendo poi, erede del padre, nella di lui casa a Trieste nel 1524. Oltre a ciò, lo Zoven-zoni avrebbe avuto una sorella Chiara, « entrata per matrimonio nella nobile « casa dei Grisoni di Capodistria » (p. xxvm) ; e, col suo testamento, Barto-lomea « legò qualcosa alle Giulie e Lucrezia, a Paolino e Francesco Grisoni, « figli del fu Nicolò, nipoti per sangue della testatrice; erede veniva da lei chia-« mata la Marina Grisoni del fu Nicolò». Ma, siccome « marito della Chiara « Zovenzoni era Nicolò Grisoni » (p. xlii), è ovvio che i figli di lui e della sorella di Raffaele Zovenzoni non potevano essere nipoti ma, se mai, cugini del-1’« illegittima » figlia di quest’ultimo; a ogni modo, la prima parte di questa notizia è fuor di dubbio strampalata. Scrivendo a Giovanni Hinderbach, vescovo di Trento, verso il 1474 (se la data del cod. Trivulziano 776, contenente Ylstrias e l’epistola dello Zovenzoni, non deve forse esser protratta di qualche anno) lo Zovenzoni, dopo un accenno alla cresima (battesimo?) di «Bartho-«lomea puellula», prosegue: «Clar. Aug. Vergeria coniunx mea tuae se sancti-« tati suppliciter cum liberis suis commendat » (cf. R. Sabbadini, op. cit., n. 20); e ancora, nel poemetto intitolato Genealogia poetae (in Carmina illustrimi! poelarum Italorum, voi. XI, Florentiae, m.dcc.xxvi, p. 489), egli dice: Clara Chrysoneo sata sanguine nupsit amanti, Et duo nos coelo spiritus unus alit. Onde si potrebbe congetturare che, comunque sia della sua sorella Chiara, Raffaelo Zovenzoni prendesse in moglie una figlia di quel Francesco Grisoni che stipulò contratto di nozze con Marina di Colmano Vergerio [9], come appare dal documento steso a Capodistria, in data del 4 febbraio 1441 (Archivio Civico di Capodistria, voi. XXVII, c. 27 b). La lettera dello Zovenzoni a Guarnerio, che comincia « Heri vesperi... «litere tue redduntur», fu pubblicata, su d’una copia esistente nell’Archivio Notarile d’Udine, nel Codice Diplomatico Istriano (raccolta di documenti disposti per ordine cronologico e stampati a Trieste, senza indicazione dell’anno, a cura di P. Kandler). Nella trascrizione, la lettera reca la data « Ex Utimo, pridie «idus octubres», che il Kandler (?) vorrebbe fosse corretta in «Ex Venetiis»; 1 anno invece si desume senza tema d’errore dal contenuto.