LVIII PREFAZIONE trascrizione de’ nostri cinque codici, che racchiudono buon numero dei componimenti segnalati da codesto Giovanni Andrea Vergerio, era stata già compiuta a Capodistria innanzi alla fine del sec. xv, come mai avvenne che nel 1509 egli non ne avesse notizia alcuna ? Ancora una volta, farà mestieri metter mano alle ipotesi. Forse si può conciliare ogni cosa, congetturando che, prima di recarsi a Roma, il « Favonio », la cui presenza in patria ci sembra attestata pel 1500 avesse bensì notizia dell’esistenza della nostra raccolta B, e fors’anche degli scritti, non lettere, riprodotti in P e R - evidentemente, egli non poteva conoscere Gu - ma che ignorasse del tutto l’esistenza di C. Questa congettura si trasmuta quasi in certezza per noi, quando studiamo attentamente le indicazioni offerte dalla lettera. In primo luogo, il Favonio già conosceva alcune lettere vergeriane, poiché egli accenna a talune epistole dettate da Bologna ; e tali epistole si trovano in B, trascritte dai notai Pier Paolo e Paolo Vergerio. In secondo luogo, venendo ai titoli delle singole opere citate da Favonio, osserviamo che i due scritti da lui intitolati Dialogi de immortalitate animorum - questo titolo è inesatto - e De monarchia &c. si trovano bensì in B, ma vi compariscono come epistole senza intestazione e sono incompiuti; e, similmente, i due componimenti De situ urbis Venetiarum e De situ Iustinopolis, noti ambedue agli amanuensi di P e R, sono rimasti anch’essi frammentari. Sotto il titolo De república può nascondersi un accenno allo scritto intorno alla repubblica Fiorentina che il Nostro dichiara (epist. LXXXXVI) d’aver composto, ma che non vide mai la luce ; laddove 1’ Invectiva è un titolo descrittivo dell’epist. LXXXI, la quale, pur essendo assai diffusa, non venne forse riconosciuta da Favonio, appunto perchè nei codici prin- 1 Addì 17 settembre 1500, «Serena q. ser Nicholaij Sereni» e « Ioannes « Dominicus q. ser Anthonii armiger Raspurch » fecero rogare, dal notaio ser Gavardo q. ser Petri de Gavardo, contratto di nozze, « presentibus... «Iohanne Andrea Vergerio et aliis » (Archivio Civico di Capodistria, voi. XLI, c. 47 b). Nient’altro sappiamo dire sul conto di codesto personaggio; il De Nolhac afferma che era poeta, e, a giudicare dal nome «Favonio», parrebbe che fosse membro di qualche accademia a Roma. La data della sua epistola si desume dal soggiorno del Carteromacho a Bologna nel 1509.