91) MDXX, AGOSTO. 100 di Prioli, va consolo de li, la porterà, aziò dagi favor a la nalion. Da poi disnar, fo Colegio di Savii, justa il solilo. Et in Quaranlia novissima, per il caso di sier Zaearia Gabriel procurator, parlò sier Carlo Contarmi avochato per l’Avogador; li rispose domino Bar-lolomio da Fin dotor per il Gabriel. Et poi disnar recluti, parlò sier Alvise Badoer avochato per l’Avo-gador; li rispose domino Rigo Antonio dolor. Ite-rum parlò sier Carlo Coniarmi ; li rispose sier Zuan Antonio Venier avochato del Gabriel. Andò la parte: 4 per l’Avogador el 30 di no, in favor dii Gabriel. E tutto quello feva ditto Avogador era per favorir le cosse di Zuan Emo, et era certa papolata fata insieme per poter più facilmente dito Zuan Emo aver gralia. Noto. Eri fo scrito a sier Domenego Capello provedador di farmacia, come, per lelere di sier Seba-slian Contarmi provedador dii Zante, di 17 Lujo, havemo inleso che uno Cristofol cristian di Valenza li ha dito a Modon esser stà fata certa crida, per uno Camalli Maometti capitano dii Turcho, che lutti li subdili nostri che se atrovano si desse in nota, perchè voleano anegar da 25 in 30 homini subdili nostri; la qual cosa è mollo enorme a crederlo, pur debbi inquerir da mercanti e allri, et hessendo la verità, avisi al Baylo nostro. Et scrito in consonantia al dito Provedador dii Zante. Fo scrito al rezimenlo di Cipro, in risposta di soe di 19 Mazo, che scriveno è gran spesa pagar il tributo al Signor turco in Alepo, li dicemo debbi al tutto ai tempi farlo pagar, nè vardi la spesa. Item, mandi più orzi i poleno de qui. Item, fazi trar il pa- lio di schiopeto de lì per exercitar quelli. C3* Adì IO. Fo San Lorenzo, grandissimo caldo. Vene in Colegio sier Zaearia Gabriel el procurator, con sier Marco Gabriel suo nepote, con gran colora dicendo: «Serenissimo Principe, quel joton fio di una pulana veronese la qual si feva foter, de Zuan Dolfin, eri mi ha mena in Quaranlia, e tutto quello 1’ ha fato è slà a requisilion di Zuan Emo, el qual al despelo di le leze slà in questa terra in San Zane Polo, et missier Jacomo Foscari fio dii Doxe, hessendo condanato gli convene andar al confili ; e saria di proveder. Tamen, sia lauda Dio, il Consejo die’ 30 balole per lui et 4 per questo tristo Avogador; ha conosulo la soa innocenlia », parlando con gran colora. El Doxe disse si doleva etc. Et sier Zorzi Emo procurator, qual fin bora è stà amalalo in caxa, la mallina sequenle ussì pur con mala riera. Da poi disnar, fo Gran Consejo, et vene il Principe, la cui venuta de’ a che dir a tutti, hessendo vecbio, ma el dice non poi star in caxa et li rin-cresse. Fu fato 9 voxe justa il solilo, computa G di Pregadi et un XL Zivil nuovo, in luogo di sier Piero Ferro a cui Dio perdoni, el qual pochi zorni è rimase XL Zivil stravagante nuovo, vechio di anni 80, et sordo, per il che li Consieri feno una lermina-lion livrasse soldo ma non stesse in Quarantia ni baiolasse, eh’è in dirito contra la parie dii Consejo di X, et el nodaro non voleva ubedir dito ordene; ma el si ammalò, e in tre zorni da fluxo morite. Fo scrito eri, per Colegio, a sier Jacomo Gabriel podestà e capitano a Cividal di Belun, in risposta di soé di 7, zercha il rapto di quella femena, caso mollo enorme, e che li delinquenti è andati in Val di Mariti, e quelli Conti non li voi dar: per tanto havemo scrito al Podestà e Capitano di Treviso debino far essi Conti voi dar ditti delinquenti etc. Et cussi a Treviso fo scrito. A dì 11 Avosto. La matina, vene in Colegio 64 domino Marin Bicichemi scodrense, homo doclo in immanità, leze rethorica a Padoa, el ha composto opere, e desidera haver la ledura di Immanità in questa terra, in loco di Baphael Regio è morlo, a al qual pre’ Baptista Egnatio pretende, ma non vuol esser balotado con alcun, et disse el voleva meler 12 conclusion, le qual sarano qui avanti poste, con questo si l’era vinto non voleva altro in premio che non metersi a la prova di lai ledura ; ma vincendo pre’ Batista e altri, voleva poter esser balotado insieme nel Senato, et mo sier Bernardo Capello qu. sier Francesco el cavalier discepulo di l’Egnalio, disse che non era da meler queste cosse, perchè chi li dimandasse qual fo avanti la gaiina o el vuovo non si sa risponder, nè quando Enea smontò in Italia qual pe’ messe prima etc. adeo fe’ rider il Colegio. Et sier Francesco Bragadin savio dii Consejo, qual favoriza pre’ Batista, disse non era da disputar in rethorica, ma cadami lezesse per alquanti zorni. Esso domino Marin disse che la rethorica è tutta dispu-tation e il loiclio el philosofo non havendo rethorica non sa disputar, come disse Zenon etc. Et voleva lenir la conclusion, etiam lezer una letion a caso si aprisse le oralion di Tulio, et fo dillo è bon si studii la letion ; disse: « Io li darò una letion a lezer di dite oralion, e pre’ Batista me no dagi un’altra a lezer a mi », et cussi il Doxe disse metesse le con-elusion el lezese la letion. Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria, non vene