DI PIER PAOLO VERGERIO CXVI. P. P. Vergerio a Nicolò dei Leonardi W. [B, c. 71; R, c. 42]. Gaudeo natum tibi filami(l), quod ex nemine prius quam tuis litteris nuper habitis rescivi, et ei(b) precor ut sit in tempore melior patre. neque enim, quod vulgus solet, ad iniuriain dictum (a) B P. P. V. NIcolao de Leonardis phisico s. d. R Kiusdem ad Nicolaum de Leonardi* physicum (b) R rescivi : ei « pax est et unitas sumrm in Christo «Iesu Domino nostro». (1) Dei tre figli maschi di Nicolò de’ Leonardi a noi noti (cf. l’epistola CXXXXII), Girolamo era ancora in vita nel 1466, anno in cui fece testamento a Venezia (Arch. di Stato di Venezia, Protocolli di Tomaso Tornei, n. 183, 15 marzo 1466); Giovanni pare sia stato alquanto più giovane; e Eustachio, eletto arcivescovo di Corfù il 29 novembre 1428, è chiamato nell’istromento che ricorda la sua nomina «clericus Castellanensis, « mag. in artibus, 27 annum agens » (cf. Eubel, Ilierarchia, voi. I, s. v. «Corcyren.»). Neconsegue che Eustachio era già nato il 29 novembre 1402; ciò che pone in dubbio la giustezza della data «Senis, .xvn. nov. 1407» recata dal cod. R per la presente, a meno che non si voglia supporre o che il figlio della cui nascita si tratta, non fosse il primogenito di Nicolò, oppure, ammesso che Eustachio fosse il primogenito, e nel 1428 avesse veramente ventisei anni, che la notizia della sua nascita giungesse al V. dopo cinque anni. Di queste due ipotesi, la seconda ci pare la sola attendibile. Senonchè, la data « Senis, .xvin. nov. 1407 » recata dal cod. R per l’epistola seguente, data che il copista avrebbe potuto calcolare facilmente da quella della pre- sente, non è per altri motivi senza difficoltà. Concesso che Guglielmo da Ravenna fosse tuttora vivo nel 1407, è pur vero che Giovanni da Ravenna non Io nomina nel carteggio di questi anni, e le relazioni del V. con lui si limitavano, per quel che noi ne sappiamo, all’incontro del 1396 a Venezia (cf. l’epist. LXVIIII). L’evidenza stilistica poi, massimamente nelle epistole CXVII e CXVIII richiama piuttosto le lettere del V. giovane. Infine, le parole « parentibus meis » nella presente troverebbero una spiegazione forse più soddisfacente se i genitori del Nostro fossero rimasti tutti e due in vita quando egli le dettò, laddove V. de’ Vergeri nel 1407 era già morto. Dall’altra parte, è noto che Gregorio XII e la Curia facevano una prima dimora a Siena dal settembre del 1407 al gennaio del 1408 (cf. L. Zanutto, Itinerario del pontefice Gregorio XII da Roma (9 agosto 1407) a Cividale in Friuli (26 maggio 1409), Udine, 1901, p. 21 sgg.); ed il carteggio tra Nicolò de’ Leonardi ed il V. fu necessariamente interrotto dall’ultima guerra Carrarese. Reputiamo quindi miglior partito collocare la presente e le due epistole seguenti al posto cronologico indicato dal codice R. È incontestabile infatti che, se accettiamo le indicazioni dateci per quest’ epistola, Siena, 17 novembre 1407 (?) Si rallegra con Nicolò della nascita del suo figlio, augurandosi che possa crescere ancor più virtuoso del padre.