253 MDXX, SETTEMBRE. 254 sparse per quadro dove aveansi da aparecliiare per li Re, el atorno atorno mense per la compagnia. Incontro a la entrata di questo luogo, erano tirali gradi per una credenza de molta grandeza. Si entrava a queslo theatro per uno vestibolo longo 30 piedi et più et largo la mità. E ne la fronte de la entrata del vestibulo erano tre statue a man destra, una che voleva essere uno Hercule con la clava in mano, sotto i piedi del quale era uno scrilo che teneva le due colonne de lo Imperatore con il suo breve Plus ultra, et sotto il suolo questo ditto Fidelis a-micus protector fortis. In mezo era uno in abito regale, el qual era asemblato al re Arturo, et sotto li piedi havea uno scrito che tenea tre corone regale per traverso, el sotto el scrito otto versi in francese che parlavano in questa sententia : Io son Arturo re famoso venuto aspectando voi principi valorosi : siate li ben venuti etc. A man sinistra era uno armato da homo d’arme con la lanza in mano, et solo i piedi un scrito con l’arme vechie de Ingallera, et di solto queslo dillo Amìcus fidelis est alter ego. Tra questa imagine e quella regia era quel drago rosso che porta questo Re con la bandiera in mano, overo l’arma de Ingallera. Tra il Re e lo Hercule era l’aquila nera con la bandiera in mano con l’arma di lo Imperatore. Sotto li versi di re Artur era uno scudo d’oro et due mani, et cadauna havea una spada nuda et uno breve atorno le spade che diceva : Cui adhereo preest, dii quale è stalo ditto assai. Nel vestibulo erano sei statue regali dorale tre per lai ; et ne lo entrare sopra la porta del theatro era ancora tre statue, et nel mezo era uno dio di amor vestito con questo ditto a piedi : Inveni hominem secundum cor meum. A man destra era uno lanzi-nech con breve in mano che diceva : Intuspax habitat nos prò servis vigilamus. A man destra era uno anglese con barcho e brociiiero con uno altro breve che diceva Qui violai pacem hine procul habeat. Dentro e! theatro, su la entrala, erano l’arme de Ingallera vechie et l’aquila Imperiale, et così atorno atomo con quelle due spade. In questo luogo et in questa maniera apparato si dovea fare il ban-cheto, ma el vento occidentale, udita la fama, dubitando che in luogi cussi chiusi fusseno per haver troppo caldo, aperse il coperto et il cielo, et rivoltò il fuoco, il mare e la (erra, et lassò il luogo a’ spe-datori, credo perchè in tanta mina non vi era luogo se non per chi stava aveduto. Venere da matina, che fu a di 13, da poi pranso 162 si apparechiono queste Maestà a partire, et la cossa andò si in longo e in tante consultation, che essendo zà aviata gran parte de la compagnia di lo Imperatore e cariagi, finalmente restò di partirsi, et queste Maestà parlarono a longo insieme, e li consultatori furono in Consejo per deliberar li negoci soi. Poi il Sabato, a dì 14 Lujo, tandem si partì lo Imperatore acompagnato dal serenissimo Re anglese et comitato regio insieme con li oratori al loco ordinario. Furono ambe queste Maestà vestiti di sajoni, lo Imperatore lo havea de lama d’arzenlo et oro a triangoli, lo anglese di soprarizo pur d’oro, sopra cavali liardi, coperti ambi d’arzento a groppi molto galanti. Cavalcali li Re insieme per miglia 4, uno miglio distante dal loco ove fu la visita si abrazorono ambe sue Maestà con le barele in mano molto amorevolmente, parlato prima a faza a faza per il re di Anglia quasi a l’orechia di la Cesarea Majestà, la qual da poi locò la mano a li oratori et al resto de signori. Queslo instesso officio feno essi oratori con la illustrissima madama Margarita basandola a la fiamenga: era oralor veneto il Suriano. Et questo facto, la Cesarea Majestà si tornò verso.......et il Re anglese verso Cales, dii qual loco come feze il primo tempo, si levò per passar il mare et ritornar su l’isola de lngaltera insieme con la sua comitiva regia et oratori.