FORMAZIONE DELL’EPISTOLARIO LI non facesse la revisione di tre delle sue lettere - delle tre cioè che figurano in Gu ma non altrove - accontentandosi di conservarne soltanto le copie che furono più tardi comunicate a Guarnerio, oppure che, nel tempo in cui i raccoglitori capodistriani s’accinsero a mettere insieme le sparse membra dell’Epistolario, il testo di quelle tre lettere nella presunta seconda redazione fosse già smarrito. E che si trattasse talvolta di fogli staccati, lo si può arguire anche dal fatto che il copista di C, il quale, a differenza degli altri raccoglitori, ci ha conservato alcune epistole dirette a Pier Paolo in quel torno di tempo, non ci ha tuttavia tramandato la letterina (XXV) di Giovanni da Bologna; questa fu forse comunicata a Guarnerio nell’originale, sicché non fu concesso neppure al copista di C di rinvenirne più tardi il testo. Ma chi dunque, si domanderà, comunicò a Guarnerio il testo delle diciannove epistole racchiuse in Gu ? Noi propendiamo a credere che fosse il poeta e letterato tergestino, Raffaele Zovenzoni ', an- 1 Per notizie biografiche e letterarie intorno allo Zovenzoni, nato nel 1431 e morto verso il 1485, ved. il volume intitolato “ L'Austriade ” di Rocco Bonii. Carmi di Rafaele Zovenzoni. Ristampati in occasione di dedica di due busti enei sulla loggia del Comune in onore e memoria di Duca Leopoldo III e di Imperatore Federico III per ordine del nobile Signor Stefano di Conti podestà di Trieste, 1862 (fondato in parte su documenti dell’Archivio Diplomatico di Trieste e con notizie fornite dallo Jenner); R. Sabbadini, Raffaele Zovenzoni e la sua “ Monodia Chrysolorae ”, opuscolo per nozze Murani-Florio, Catania, 1899; B. Ziliotto, La Coltura letteraria di Trieste e deir Istria, Trieste, 1913, p. *35-7. Nella prima di queste pubblicazioni (p. xxxvi), vien detto che lo Zovenzoni «visse « celibe non casto come ei medesimo confessa a Girolamo Marcello », e (p. xi-xn) che da « donna di ignoto casato» gli nacquero due figlie, di cui l'una, di nome Lucia, minorenne nel 1491, divenne «madre Chiara » del convento di S. Biagio in Capodistria, dovechè l’altra, di nome Bartolomea, essendo ancora in minor età nel 1497 (e quindi, supponiamo noi, venuta alla luce, non già a Capodistria,