DI PIER PAOLO VERGERIO 293 ex. Giovanni da Ravenna a P. P. Vergerio (0. fCod. dell’Accademia di Zagabria, II, C. 61, c. 153; R. Sabbadini, Giovanni da Ravenna, p. 228]. 5 Petro Paulo de Vergeriis. Littera tua, insignis et honorande amice karissime, hodie aliata michi, eaque per nuncium domini Tergestini prima, fuit profecto gratissima : primum quia tua, quem germane diligo, tum quia sublatus ad honores, quod fieri solet, socium non erubescis, (1) Stampata(con qualche omissione) ed illustrata dal Sabbadini (Giovanni da Ravenna cit., pp. 108 e 228), che la riprodusse dalla copia del cod. del-l’Accademia di Zagabria fatta per il Novati ed ora esistente tra le sue carte presso la Società Storica Lombarda di Milano, la presente fu probabilmente dettata da Muggia verso il settembre del 1406, come si rileva dall’accenno all’arrivo di Simone Saltarelli, vescovo di Trieste. Il Saltarelli infatti, che trovavasi ancora a Roma il 18 luglio, giorno in cui il duca Ernesto scrisse da Vienna una lettera al Capitolo tergestino facendo menzione di lui, era ormai tornato alla sua diocesi il 6 settembre, quando reinvestì l’arcidiacono Nicolò di Antonio della pieve di S. Maria di Slavina (cf. M. Premrou, Serie documentata dei vescovi Triestini dei secoli XV-XVUl in Archeogr. Triest. serie in, voi. X, 1923, p. 275 sgg.; A. Marsich, Regesto delle pergamene conservate nell' Archivio del rev.rno Capitolo della Cattedrale di Trieste, ivi, nuova serie, voi. Vili, 1881, p. 292). Come avvertimmo nel commento all’epistola precedente, questa non è la risposta ad essa, bensì ad un’altra lettera del V. che non ci è stata conservata. Le tre lacune nel testo del Sabbadini - che è poi quello da noi seguito - sono qui colmate per cortesia del chiar.mo Giovanni Seregni, segretario della Società Storica Lombarda. (2) Il frate domenicano Simone Saltarelli, fiorentino di nascita e pronipote dell’omonimo arcivescovo di Pisa (1323-42), dopo aver insegnato teologia nelle scuole del Sacro Palazzo, fu nel 1385 promosso vescovo di Co-macchio, e quindi fu trasferito, il 12 aprile 1396, d’autorità papale alla sede di Trieste, dove ebbe in principio accoglienza non molto lieta, giacché i Triestini consideravano violato il diritto del loro Capitolo d’eleggere il proprio vescovo. Con Giovanni il Saltarelli stava in rapporti di cordiale amicizia, tenendo con lui un assiduo carteggio durante il soggiorno del Ravennate a Muggia dal 1406 al 1408. Furono anzi le sollecitazioni del vescovo che indussero Giovanni a compiere in questo torno di tempo la raccolta delle proprie epistole richiestagli per il tramite del Saltarelli da Innocenzo VII. «Si qua manet seculo « spes venturo laudis et glorie » - Giovanni assicurava l’amico - « mecum « vives favore scriptorum clariore qui-«dem noticia quam tibi aut dignitas, « ausim dicere, aut locus spondere vi-«deatur». La gotta di cui il Saltarelli si lamentava ispirò altresi a Gio- Muggia, autunno 1406. Gratissima gli giunse la sua lettera recapitatagli pel tramite del vescovo di Trieste, sia per l'affetto che gli porta,