DI PIER PAOLO VERGERIO 263 cn. P. P. Vergerio in nome di Francesco Novello da Carrara alla Duchessa di Milano M <*>. [B, c. 51; B3, c. 85; P, c. 4} b; Ra, c. 47 »]. Certa fide compertura habeo, illustris domina materque carissima, ex seditionibus intra terras vestras nuper exortis esse potestatem vestram ac vestrorum illustrium(b) filiorum non solum (a)BP.P, V. nomine ill.ml d. d. paduani Francisci de Carrarla B> Elusdem nomine ili. dni Padue ad ducissam P Eiusdem nomine ili.-1 d. d. Padaani Francisci de Cararia Ra sen^a titolo. (b) B B3 vestram ac virorum illustrium (1) Se i registri della cancelleria Carrarese spettanti agli anni 1403-5 ci fossero stati conservati, avremmo avuto un opportuno appoggio per risolvere il problema dell’ attività « cancellere-« sca » del Nostro, di cui sta a testimone il documento presente. Vero è che nell’unico copialettere che fu salvato dalla distruzione, e che contiene più di ottocento lettere spedite tra il principio del 1402 ed il 31 gennaio 1403, il nome del V. non si riscontra nemmeno una sola volta (ved. E. Pastorello, II Copialettere Marciano della cancelleria Carrarese in Monumenti pubblicati dalla R. Deput. Veneta di Storia patria, Venezia, 1915); ma da questo fatto non è lecito trarre motivo a metter in dubbio che la redazione d’una missiva così solenne come questa lettera di sfida, non gli venisse affidata senza eh’ egli avesse già prestato i suoi servigi nello stendere altre scritture consimili. A giudicare dall’ epist. CV, dettata in questo torno di tempo, il V. non aveva ottenuto alcun ufficio pubblico presso il Carrarese, pur sentendosi legato al signore di Padova in modo d’aver bisogno del suo consenso per poter abbandonare Padova ; è quindi forza conchiudere ch’egli non fosse entrato a far parte della cancelleria, ma che scrivesse il presente documento (come forse altri documenti dello stesso genere ora scomparsi) per incaricoavuto direttamente, sia dal cancelliere Giovanni da Ravenna, sia da Francesco Novello medesimo. È questo infatti il periodo in cui il V. maggiormente partecipava agli avvenimenti pubblici e privati che interessavano il Carrarese. Nell’epistola e nel trattato intitolati ad Ubertino, egli aveva esaltato la figura di Roberto di Baviera, su cui le speranze di Francesco Novello si fondavano, e celebrato il governo di Francesco, la crescente prosperità del suo stato, e la prodezza de’ suoi figli maggiorenni. Nel novembre del 1402 poi egli aveva preso parte alla gioia universale per l’evasione di Francesco III e di Giacomo dalla loro prigionia a Parma ed a Mantova (dove erano stati custoditi dopo la rotta della seconda lega anti-Viscontea a Casalec-chio), indirizzando a Francesco Novello il carme saffico « Carriger nobis « pater » (stampato dal Muratori, Rer. Ilal. Script., voi. XVI, col. 242). Stabilita cosi l’attendibilità, in generale, del documento, non occorre sollevare un dubbio eccessivo se fosse Padova, 11 agosto 1403. Egli ha ormai la certezza che le sommosse testé avvenute nelle città signoreggiate dalla duchessa e dai figli