DI PIER PAOLO VERGERIO él benivolum benivolentia tua dignare, et imperiis indiciisque tuis annuere promptum quovis loco inter tuos statue, dominus Fran-ciscus de Zabarellis(l) te solo sibi nomine et fama cognitum fer-vidus amat et suum esse vult. Petrum Mianiw saluta, precor. 5 tu vive et vale, qui, ut ferme Fl acci verbis utar, divite lingua sed uberiore animo Latium W beabis^*. Padue, sexto martii 1931. (a) P latius (1) Vera biografia dello Zabarella può esser detta l’epist. CXXXVIII, dove il V. descrive largamente la sua amicizia con lui. (2) Dei primi anni di Pietro Miani, veneziano, ci mancano notizie, e l’unica cosa che sappiamo di lui giovane è che il 30 settembre 1380 si comprò un volume di Seneca per « 1. ih., «s. xim., d. .v.», ad una vendita di « robe » vendute all’incanto a Venezia (cf. Cecchetti, Libri &c. in Archivio Ven. voi. XXXII, 1886, p. 360). Risulterebbe dall’ epist. LXXXXV che tra il 1397 ed il 1400 egli si fosse portato a Firenze per imparare la lingua greca dal Crisolora. A quel tempo dobbiamo ascrivere l’amicizia che fece con Leonardo Bruni, il quale gli indirizzò una serie di lettere tra il 1408 ed il 1415, e probabilmente lo mise in rapporti epistolari con il Traversari. « Vir iocundissimus et in primis bene « litteratus » lo chiama il Bruni nella lettera al Niccoli scritta da Roma in data del 27 marzo 1407, pregando il fiorentino di far trascrivere a Firenze le Noctes Attiene per l’amico a Venezia (?); e, quando due anni più tardi, stanco della tergiversazione di Gregorio XII e della curia papale, il Bruni cercava di liberarsi del suo impiego quale segretario, si rivolgeva, fra gli altri, al Miani. Vescovo di Vicenza dal 1409 al 1433, anno in cui mori, il Miani, che fu autore di un’opera sopra i Salmi della Penitenza, di Davide, non abbandonava tuttavia gli studi classici; ciò che si vede dall’epistola del Traversari (lib. VI, epist. il, coll. Canneto, Florentiae, 1759): «Orat atque obse-«crat mecum Nicolaus noster uti Ho-« meri vitam ab Herodoto conscriptam, « quam esse apud summum virum « Petrum Aemilianum Vicentinum « antistitem adserit, nobis quoquo « pacto transscribendam, seu mitten-« dam ut apud nos transcribatur, eures» (cf. F. Beck, Studien Lionardo Bruni in Abhandlungen %ur mittleren und neueren Geschichte, Heft 36, Berlin, 1912; L. Mehus, Leonardi Bruni Epi-stolarum libri VIII, Florentiae, 1741, PP- 39. 5r> 67, 83, 122, 184; Degli Agostini, Notizie istorico-critiche cit., p. 3 51 ; Gams, Series Episcoporum, Ratisbonae, 1873, p. 807; R. Sabba-dini, Le Scoperte dei codici Latini e Greci nei secoli xiv e XV, Firenze, 1905, p. 63 ; Epistolario di Guarino Veronese (in Miscellanea della R. Dep. Ven. Stor. patr., ser. ili, vol. XIV), vol. Ili, p. 239. (3) Hör. Ep., Il, 11, 121 ; « Latiumque « beabit divite lingua », il Trevisan l’accolga dove vorrà tra i suoi. Lo Zabarella manda i suoi saluti, egli saluti il Miani.