EDIZIONI DELL’EPISTOLE VERGERIANE LXIX Ma nemmeno al Combi fu concesso di far cosa compiuta, poiché, quando nel 1884 la morte troncò l’operosa sua esistenza, egli non aveva allestita per la stampa se non la prima parte del vasto progetto da lui tracciato, vale a dire il nudo testo. Le appendici ed i ragionamenti invece, che « avrebbero dovuto formare tutt’assieme « un volume di giusta mole », si restrinsero dapprima al disegno d’una prefazione generale, dalla quale si sperava che « altri potesse cavarne tanto, da meglio precisare « i primi passi dell’umanismo in Italia, e mettere in più « sicura evidenza alcuni momenti della storia ecclesia-« stica, civile, politica, letteraria, ch’è a dire della vita « nazionale in quella grand’ epoca »; ma anche a codesta aspirazione il Combi dovette più tardi rinunciare, ed infine, sentendosi vicino alla morte, egli affidò a Tomaso Luciani, comprovinciale suo e fervido cultore delle medesime dottrine politiche, il doppio cómpito di curare la stampa delle Epistole, e di corredarle d’una prefazione propria, sulla scorta degli argomenti che erano stati esposti nella Memoria già letta dal Combi nel 1880 all’istituto Veneto. Disimpegnata però la prima parte del suo cómpito, il Luciani s’accorse come la cosa più conveniente fosse quella di premettere alla pubblicasi conto di Carlo Combi (1827-84), uno de’ più cospicui personaggi che abbia vantato l’Istria nel decorso secolo, v’ha ormai una bibliografia ricca e facilmente accessibile: cf., soprattutto, il capitolo dedicatogli nel volume di G. Quarantotto, Figure del Risorgimento in Istria, Trieste, 1930, p. 109 e sg., e, dello stesso autore, l’articolo intitolato Carlo Combi, letterato ed erudito in Atti e Memorie della Soc. Istriana di Archeologia e Storia patria, voi. XXXIX, Parenzo, 1927, p. 271 e sg., quantunque talune osservazioni che si leggono in questo secondo scritto, particolarmente intorno all’edizione Combiana dell’Epi-stolario, ci sembrino improntate a quell’esagerazione, da cui rare volte vanno immuni i componimenti destinati ad esaltare i defunti.