DI PIER PAOLO VERGERIO 453 ut qui nichil huiuscemodi tale speraret, sed nequivit tandem pravis opinionibus ingeneratum W hominibus errorem continenter frenare, itaque circumspicit si quis cum viderit; qui, cum neminem adesse intellexisset, aurum rapit, domum raptim proficiscitur, homines, 5 bruta, parentes ipsos pertimescit, ac ne uxori quidem propalare id audet 0>). VII. Poetica narratio<,>. [B4, c. 97; C, c. 280; Note cron. Verg. in Arch. Fen., IV (1908), doc. m], Roma, autunno 1406. 10 a nni tempus erat quo sol declivus ab alto Cardine iam medii lustrat confìnia mundi, Tramite de curvo W rector cum iustior equa (a) Cod. Ingratum . Il Combi corr. in Ingenitum (b) Il Cambi annota: • Il resta « manca ■ ; è probabile però che sin dal tempo della composizione lo scritto s’arrestasse con audet (c) Ambedue i codici recano questo titolo, dinanzi al quale B ha P. P. V. (d) B decurvo (1) Ai componimenti poetici del V., cosi nel volgare come in latino, accennammo già più volte nel commento alle epistole; e, a giudicare dalla fama ch’egli ne acquistò presso i contemporanei, come pure dal titolo di « poeta «laureatus» conferitogli dal re Sigismondo a Costanza (ved. l’epistola CXXXVIII, p. 372,nota; e,per l’usanza della cancelleria imperiale di rilasciare simili diplomi, cf. G. Voigt, Die ¡Vie-derbelebangi cit., voi. II, p. 27$), i suoi versi latini dovettero essere non solo stimati ma anche numerosi. Però, lasciando da parte i versi riassuntivi del-l'Africa, qualche epitafio, ed i distici intitolati a Francesco Zabarella (p. 367), non conosciamo che due carmi usciti di sua penna: il carme saffico «Carri-«ger nobis pater» (cf. l’epist. CII, p. 263 nota), e la presente «Poetica «narratio», che, pervenutaci in misere condizioni, è tuttavia d’interesse maggiore. Celebra il poemetto, in forma di un’allegoria,' la gara di versi e di gentilezze, avvenuta in Curia di Roma, nella tarda estate del 1406, allorquando Antonio Loschi, incaricato dal Senato veneziano di conseguire che Innocenzo VII togliesse a Iacopo de’ Rossi la sede di Verona per investirne Angelo Barbadigo, vi si trovava in missione diplomatica. Francesco da Fiano - antico discepolo del Petrarca, amicodel Salutati, cancelliere dell’Urbe, ed autore, per giunta, dell’«invettiva» intitolata Francisci de Fiano ad reveren-dissimum patrem dominum cardinalem Bononiensem [Antonio Correr, oppure Cosma Migliorati,se l’opera fosse scritta prima del 1404] contra ridiculos oblo-culores et fellitos detractores poetanmi