FONTI DELL’EPISTOLARIO XLVII Anteo Gravisi-Barbabianca, che per inavvertenza fuse insieme le prime due, talché il Combi ripetè lo stesso errore - fra le quali ricorrono nell’ordine consueto i due gruppi delle lettere dirette nel 1411-2 allo Zabarella e di quelle dirette nel 1395 a Santo de’ Pellegrini. Lo stesso copista poi, se non c’inganniamo, rivide la trascrizione col sussidio di R e di tre altri mss., a cui egli accenna nel margine : « in alio codice », « in C. P. », « in C. T. » oppur « in C. Tom.° ». Qui la sigla « C. P. » pare che indichi PM non ancora riveduto dal correttore, e quindi varrebbe «Codex Papafava »; « C. Tom" » può forse riferirsi ad un codice proveniente dalla biblioteca del padovano Giacomo Filippo Tomasini, vescovo di Cittanova d’Istria dal 1641 al 1654. G pertanto reca uno scritto ver-geriano, 1 ’ Adhortatio, che non si rinviene altrove, e conserva inoltre il Compendio del « dottor Bortolo » Petronio, ma, per quel che concerne l’Epistolario, deve considerarsi, sia pure con qualche incertezza, un discendente di B e di R. Dal fatto che contiene il testamento del V., riprodotto dal documento conservato nell’Archivio Civico, deduciamo che fosse esemplato, almeno in parte a Capodistria ; pare che in origine appartenesse alla famiglia Petronio. Per ultimo, notiamo che T, cartaceo, di carte scritte settantasei, mis. mm. 205 X 150, del sec. xvn, intitolato « P. P. Vergerii « Orationes, Epistola, et Opuscula ex ms. cod. Patavino pu-« gillari apud Zabarellas, cura I. C. Z. », deve stimarsi un apografo del codice in-folio « Eiusdem Opuscula et Epistulae », che apparteneva un tempo alla libreria del conte Iacopo Zabarella in Padova (cf. I. F. Tomasini, Bibl. Patav. mss., Utini, • mdcxxxix • p. 93 [91]). Secondo il catalogo manoscritto della Biblioteca di Treviso.il cod. T, proveniente dalla «biblioteca « Rossi », reca « delle postille anteriori che paiono di mano di « Rambaldo Avogaro... ; si vede fu collazionato anche il codice « del Brunacci ». A parer nostro, invece, le dette postille sono indubbiamente di pugno del conte Gian Roberto Papafava, e a lui devono ascriversi ancora i richiami al cod. Brunacciano. Avvertiamo inoltre come l’affinità palese del testo di T con