DI PIER PAOLO VERGERIO 79 XXXV. Il medesimo al medesimo W <*>. [B, c. 66; P, c. 53; R, c. 67 b; G, c. 140 b; Go, c. 69 b]. Rumores belli sollicite prosequor. quid enim hactenus factum sit, habes a me pleniore epistola, singula nunc, ut sese offe-runt, stilo explicanda sunt. fama est venisse in Italiam comitem Arminiaci (b) W in subsidium nostrarum partium : quem non ante advenisse creditum est quam et victum et interemptum esse con-stitit. hoc nimirum gallice levitati eventurum quivis existimasset; 10 nam ut impetuosos et acresW, ita sine disciplina et minime dura-turos primos impetus habet, hec siquidem erat certissima spes nostre victorie, hec erant tarn crebris nec minus falsis rumoribus promissa tamque supplicibus votis exoptataW presidia; que non citius Italiam attingerent quam vincenda se hostibus prebuissent. 15 quid enim opus erat ad hec intestina et, ut ita(c) dicam ({), civilia bella exteras gentes advocare? abunde furoris et virium est ut in semet ruat Italia, sed vetus hic mos est. nequit in se bellum agere nisi et reliquum orbem insanis laboribus suis admisceat. evocavit superiore anno comitem Bavarie W, otio deditum et ad (a) B P. P. V. Magistro Ioanni de Bononia P Eiusdem ad M. Ioannem de Bononia R Ad eundem [sc. io. de Bott.] (b) B Armignati G R in marg. Armanti P Armignami (c) P alacres (d) G R in marg. votis expectata (e) G om. ita (f) R om. dicam (1) Anche la presente fu stampata dal Verci, Storia della Marca Trivi-giana cit., XVII, doc. 1937, p. 51. (2) Cf. l’epist. precedente, p. 75. (3) Conforme alla convenzione stipulata a Monaco il 5 aprile del 1390 tra il procuratore di Stefano III, duca di Baviera, ed i sindaci di Firenze e di Bologna, presente Francesco Novello, il duca doveva condurre in Lombardia, entro la prima metà di giugno e dietro un prestito immediato di diecimilacin-quecento fiorini ed un compenso mensile di ventunmila fiorini, duemila lande di tre uomini e tre cavalli, e far buona guerra per sei mesi contro il Conte di Virtù. Egli però giunse a Padova soltanto al principio di luglio, quando il Carrarese ebbe già ricuperato la sua città ; e benché uscisse qualche rara volta fuori delle mura di Padova, sia per una cerimonia militare, sia per una visita al campo dell’esercito, recandosi nell’ ottobre a Ferrara, secondo il Chronicon Estense in Rer. Ital. Script., XIV, col. 520 c, per trattar la pace col marchese Alberto, poco o nulla egli fece per la causa della Lega. Di ciò fortemente si lagnava la Signoria Fiorentina, accusando il duca Padova, 3 agosto 1391. Gli annunzia la novella che il conte d’Armagnnc è sconfìtto e morto. Altro non poteva aspettarsi dalla leggerezza francese, gente baldanzosa e di primo impeto. Tale adunque l'aiuto tante volte Promesso, tale impresa in cui e-rano riposte le speranze della Lega. A che prò chiamare genti straniere a prender parte alle lotte intestine d’Italia, quando essa può distruggersi da sò ? Cosi fu assoldato il duca di Baviera