EPISTOLARIO ad huiuscemodi negotium necessaria sunt, quoad potero, uudique adminicula conquirere statui, quibus et dives et in futuris agibi- nello Studio di Bologna, come chiaramente risulta e dall’indirizzo dell’epistola CXIIII, e da altra testimonianza citata nella nota all’ epist. XXII. Alle notizie su esposte aggiungasi poi la dichiarazione del V. stesso nell’ e x p 1 i c i t degli Alegabilia dieta colicela ex Thy-meo Platonis (Bibl. Marc., cod. Lat. Class. XIV 54), e cioè che quel brano della traduzione di Calcidio egli lo portò a termine a Capodistria «anno Dni 1388 « die .vii*, septembris », laddove nel discorso Pro populo Patavino (Muratori, Rer. Hai. Script., XVI, col. 212), pronunciato davanti a Francesco Novello da Carrara, egli dice : « Hac ego tunc « urbe aderam, quum dira necessitatis « vis... coegit te ut hinc abires. ade-« ram, inquam, tum, etsi studiorum «gratia, strepitu tamen bellorum et «rerum, animi satis impatiens»; onde risulterebbe rigorosamente eh’ egli si trovasse a Padova il 24 novembre del 1388, allorché Francesco abbandonò Padova ai Viscontei. Su l’ordine e su la durata di codesti soggiorni accademici del giovane P. P. V. a Firenze, a Bologna, ed a Padova, riesce pertanto •difficile pronunciare un giudizio. Forse con buon fondamento si potrebbe ascrivere l’insegnamento di dialettica a Firenze ad un tempo che tenne immediatamente dietro alla riapertura dello Studio nel 1385 (cf. A. Zardi, Francesco Zabarclla a Firmai in Archiv. Stor. Ita!., V serie, xxn, 1898, p. 5), e, con maggior probabilità, all’anno 1386-7, poiché nell’epist. CXXXVIII, dettata nel 1417, il V. asserisce di essersi incontrato con lo Zabarella a Firenze: «ante triginta « fere annos, cum ibi studiorum causa « versarer, ille vero canonica iura trade-«ret». Senonchè dall’epist. LXXXXVI risulta che il Vergerio era stato due volte a Firenze prima del suo arrivo colà nel 1398 per ¡studiare greco con Manuele Crisolora; egli afferma infatti d’aver molta dimestichezza con Firenze, «sive «quod dialecticam ibi iuvenis docui, « sive quod ibidem iura civilia, aliquot « interiectis innis, audivi, maxime vero « omnium quod in ea urbe grecas lit-« teras continenti post tempore didici ». Ora eh’ egli abbia incominciato a studiare il diritto civile prima del 1393 all’incirca, non è dimostrabile; d’altra parte, sebbene VEpistolario nulla ci dica esplicitamente di un soggiorno fiorentino tra il 1390 ed il 1398, bisogna tuttavia concludere che ciò avvenne, sia per darci ragione di quell’ « aliquot in-« teriectis annis » (a meno che non si voglia spostare l’insegnamento della dialettica verso il 1383,6 fors’anche anticipare di qualche anno la nascita del V. stesso); sia perchè, come fu detto, non pare verisimile ch’egli abbia studiato il diritto civile prima del suo trasferimento a Padova alla fine del 1390. Riguardo poi alla sua dimora'a Padova nel 1388, è degno di rilievo che in questo primo gruppo di lettere manca ogni accenno di rapporti con lo Studio Padovano, laddove i corrispondenti ed i personaggi in esse menzionati, ove non fossero legati al Nostro per vincoli di sangue o di patria, vivevano per lo più nella cerchia di Ferrara e di Bologna; e quindi possiamo a ragione supporre che quella dimora altro non fosse che un breve episodio, avvenuto durante l’anno accademico 1388-9 mentre egli soggiornava a Bologna. Aggiungasi ancora che il cod. Guameriano 69, in cui si conservano diciotto di queste ventisei lettere, con varianti ignote agli altri codici che ne riproducono soltanto un numero minore, e senza l’aggiunta di qualsiasi lettera di data sicuramente posteriore al 1390, concorre anch’esso