276 EPISTOLARIO ed è sicuro che Francesco Novello darà effetto al suo desiderio, se Ladislao glielo chiederà. Padova, marzo (?) 140$. Raccomanda al pontefice Andrea Goslawicki, testé laureatosi in diritto canonico, elogiandone così la dili- regem patere posset, vellem vestris manibus et vobis auctoribus ibi locari. non tamen hinc discederem nisi cum gratia huius magnifici principis. a quo si me rex peteret, scio eum et in hoc et in aliis quam maxime libenter cupere compiacere, si hoc igitur eveniat, et id quoque optarem ut regia maiestas ab ipso me ma- 5 gnifico domino prò munere peteret... CVI. P. P. Vergerio ad Innocenzo VII W. [B, c. 71 ; P, c. 56]. Pater beatissime, A(ndreas), Vladislaviensis(,) prepositus, decre- 10 torum novus doctor, multarum hic bonarum rerum experimen-tum dedit. nam, quod brevi tempore tam multum in iuris canonici (a) B P, P. V. P Eiusdem prò imm cit-, p. 483-4; Note Cronologiche Vergeriane in Archivio Veneto, 1928, p. 92-6). (1) Andrea Lascari Goslawicki, polacco, preposto di Wloclaweck (Leslau), s’addottorò in diritto canonico a Padova, sotto i suoi promotori Francesco Zabarella e Nicolò da Portogruaro, il 22 febbraio 1405. Nel 1411 lo troviamo di nuovo a Roma (epist. CXXV). Nominato vescovo di Posen da Giovanni XXIII nel 1414, egli prese parte al concilio di Costanza come notario apostolico ed ambasciatore del re di Polonia e del granduca « Vuitoldi fra-«tris Lithuaniae ducis», ed in questa qualità approvò i capitoli d’Aragona stipulati nel 1416 con Benedetto XIII, il V. essendo uno dei quattordici procuratori nominati dal concilio alla medesima ambasciata. Egli morì il 25 di agosto del 1426 (cf. Gloria, Monumenti cit., I, § 670; Eubel, Hierarchia, I. s. v. Poznanien; Mansi, Concilia, Parisiis, 1644, voi. XXIX, coll. 440 e 493). Dettata adunque a breve distanza dal dottorato conferito ad Andrea nel febbraio 140$, la presente è, tra quelle conservateci, l’ultima lettera del V. scritta da Padova; e, con la raccomandazione ad Innocenzo VII, eletto papa il 17 ottobre precedente, essa ci prepara per il nuovo periodo della sua vita, che vedremo illustrata nelle epistole che seguono. In quale mese del 1405 ilV. si recasse dal pontefice c’ è ignoto ; ma, poiché l’ultima testimonianza del suo soggiorno padovano è quella degli esami sostenuti al principio di marzo, laddove già nell’ agosto successivo egli era entrato a far parte, come sembra, della Curia (cf. l’epistola seguente) ci par lecito arguire - ad onta dell’affermazione del No vati, il quale trae motivo dal principio dell’epist. CV1II a conget-