DI PIER PAOLO VERGERIO 89 venustatem videre nequeunt, his apparentibus bonis moveantur. ad que W aliquando inscii pertingentes, hos quos honores vocamus ad tumorem animi et vulgi spectaculum sibi sumunt. hos itaque honores scio te magnopere non quesivisse b) nec etiam oblatos 5 despexisse ; sed quemadmodum probi viri publica M officia acceptant ut possint quamplurimis prodesse, ita et tu datos tulisti, qua-tenus virtus tua, pluribus nota, pluribus etiam prosit, denique non tam honoribus his quam virtuti tue, qua illos sapientium iudicio meruisti, congratulor W ; non enim tam pondero corticem quam melo dullam; utrisque tamen avido et alacri animo congratulor, scioque, qui ingenium et studium tuum novi, te in brevi virtutes multas.ac honores plurimos longe maiores adepturum. vale, amice optime(e). Padue, .vii. idus februarii 1392. XXXXI. 15 P. P. Vergerio ad Ugo da Ferrara (f) (?). [B, c. 61 b; P, c. ji]. Petrus Montanarius W quem nosti, vir quidem illiteratus sed acris ingenii ac magne facundie ac non minoris audacie, qui non erubesceret cuivis verum in fronte dicere, pauculis quondam (a) C ad quam (b) P conscivisse (c) P om. publica (d) Go congratulabor (e) BPCGo om. amice optime (f) Codd. Eiusdem ad (1) Sopra Pietro Montanari di Rai-nieri, «vecchio servo di casa d’Este, « mezzo segretario e mezzo buffone», allontanatosi dal palazzo dei marchesi di Ferrara senza chiedere permesso durante i tumulti popolari del maggio 1385, sicché i marchesi si rifiutarono di accoglierlo quando voleva tornare, ad onta dell’intercessione del Salutati medesimo, il quale intervenne con una lettera scritta al marchese Alberto qualche anno più tardi ; cf. Novati, Epistolario di Coluccio Salutati, II, p. 176 sgg., e E. Levi, Francesco di Vannono e la Lirica nelle Corti Lombarde durante la seconda metà del secolo XIV, Firenze, 1908, p. 122 sgg. Quanto al destinatario della presente, si potrebbe pensare a Giovanni da Ravenna, il quale aveva conosciuto Pietro a Ferrara e ne riferisce una facezia (R. Sabbadini, Giovanni da Ravenna cit., p. 32), oppure con maggior probabilità ad Aldovrandino 0 ad Ugo da Ferrara. Confrontando quel « te verbis « meis oppressum » nella presente con « te litterarum ... mole oppressum » nell’epist. XIII, si potrebbe anzi ritenere atte soltanto a stimolare gli infingardi. Codesti onori, Nicolò non li avrà certo bramati, come non li sprezzerà offertigli; ed ei pertanto s’allieta più della virtù che glieli ha meritati che non di essi, certo che fra breve l’amico acquisterà e questi e quella ancora più abbondantemente. Padova (?) 1)9*0) Racconta come Pietro Montanari, uomo di corte, senza lettere ma pieno di spirito ed arguto, con poche pa- Pier Paolo Vergerlo. 6*