I. Orazione di P. P. Vergerio a Francesco Novello da Carrara in difesa di Bartolomeo Cermisone (“HO, [B, c. 72; Vat. Ottobon. Lat. 1223, c. 109 (O); Ra, c. 22]. Multa michi verba facienda essent pro impetranda venia, mitissime princeps(b), nisi te et natura et moribus, ut ex pre-claris facinoribus tuis compertum habeo, dementerò mansuetumque (a) B P. P. V. Francisco Iunior! de Cararia Principi s. d. O Oratio Petripauli Vergerli de lustinopolo (sic) pro Cermusone ad illustrissimum princlpem Franciscum Iuniorem de Karraria, e poi, sempre con lettere maiuscole Completa sed Inemendata. Queste tre parole però suonavano dapprima Incompleta et Inemendata, giacché le lettere in di Incompleta sono stale cancellale con una lineetta, e la parola et è stata cambiata in sed Ra P. P. Vergerii lustinopolitani prò fortissimo viro Cermisone patavino ad Ill.mi,m prin-cipem Franciscum Iuniorem de Carraria acta feliciter oratio. (b) O dà M. P. (1) Condottiere valentissimo e famigliare di Francesco il Vecchio da Carrara, Bartolomeo di Antonio Cermisone, parmigiano, il cui nome comparisce nei Monumenti per la prima volta nel 1376, e nella Cronaca dei Gatari nel 1379, dopo aver comandato la fanteria Carrarese a Castel-baldo ed a Castagnaro, s’era guadagnato la fiducia del vecchio suo signore a tal punto che questi, essendo in procinto di ritirarsi a Treviso dopo la sua abdicazione a favore del figlio, diede a lui l’ordine di far armare la guardia e aver «costodia alla piazza». Giurò poi, il Cermisone, fedeltà nelle mani di Francesco Novello, innanzi che questi si recasse da Gian Galeazzo Visconti a Pavia, e, secondochè narra Andrea Gatari (op. cit., p. 334), ebbe a dirgli: « se voi credeste a me, prima che par-« tiste di qua, ne fareste appiccare sino « a venti di questi traditori quali non « vedono l’hora che siete fuori di que-« sta città; e se voi mi lasciate fare, io «farò tale beccaria che staranno al «segno». Senonchè, partito che fu Francesco Novello, dichiarandosi vinto mentre si poteva ancora difendere la città, il Cermisone ben tosto si piegò al nuovo dominio visconteo, come risulta pure dalla lettera scritta da Gian Galeazzo, in data del 14 agosto 1389 da Pavia: « quod quicunque Paduani « volentes ius aliquod petere in posses-« sionibus quos tenet Zermisonus de « Parma emptis per ipsum a dominis « Francisco seniore et Francisco iuniore Padova 1390-2