EPISTOLARIO suoi porteranno fra breve lo Stato loro allo sfacelo. viribus immutatam sed prorsus pene sublatam, cum non iam urbes atque exercitus vestro iudicio W vestroque consilio regantur, sed (a) B P Ra urbes atque luditio vestroque consilio PM c. i /j in marg.: « Atque hic « redundans videtur, licet ulerque codex id habeat, sed solvit dubium 4S codex (- B>J, qui « habet atque exercitus» approvato e spedito, o se ne abbiano qui l’abbozzo oppur la stesura definitiva ; chè noi non possediamo i mezzi per decidere tali questioni, e resta soltanto assodato che, chiunque ne fosse l’autore, una lettera di sfida fu effettivamente inviata, il io agosto 1403, da Francesco Novello alla duchessa di Milano; aggiungeremo in quella vece poche parole intorno alle circostanze politiche che stimolarono il Carrarese ad affrontare così risolutamente una nuova guerra. Con la pace firmata il 7 dicembre 1402 a Milano, tra il Carrarese, costrettovi dai consigli di Venezia, e la duchessa reggente, Caterina di Bernabò Visconti, vedova di Gian Galeazzo (morto il 5 settembre), ed i figli suoi, furono stabilite di nuovo le condizioni definite negli accordi del 1398, tranne che la misura della rata annuale che Francesco Novello doveva pagare ai Visconti fu ridotta da sette a tremila fiorini, somma che venne anche pagata il 4 luglio 1403. Nel giugno, gravi tumulti scoppiarono in Milano e nelle altre città de’ Visconti; Ugolino Ca-valcabòs’impadronì di Cremona, Giorgio Benzone di Crema, Franchino Ru-sca di Como, e la famiglia Soardi di Bergamo. A Francesco Novello, aizzato dai Fiorentini, pareva fosse giunto il momento della riscossa. Il 22 luglio Gerardo de Boiardi e Matteo Trompeta informarono Francesco Novello da parte del legato in Romagna, il cardinale Cossa, che Bonifacio IX, in lega con Firenze contro i Visconti,'Vera finalmente deciso di riconoscere apertamente Roberto quale imperatore : « quo- « modo die 10 huius fuit publicatus in « consistono novus electus imperator »; ed il 23 luglio Francesco Novello scrisse a Roberto, informandolo che « dominus «Imole qui erat cum ducissa est ac-« cordatus cum Ecclesia, in isto campo «sunt cardinalis, pape legatus, tituli « Sancti Eustachii, marchio Ferrarie, «Carolus de Malatestis et Malatesta « eius frater, et magnus Comestabilis » [Alberigo da Barbiano, gran connesta-bile di Napoli]. Risulta da una lettera spedita in cifra da Padova 1’ 11 agosto 1403 da Donato della Torre, confidente dapprima del Carrarese e poi di Francesco Gonzaga, che Francesco Novello inviò la sua lettera di sfida a Caterina Visconti il giorno innanzi ; ad ogni modo egli era già entrato sul territorio veronese allorché venne spedita da Aidelberga, in data dei 19 agosto, la lettera con cui Roberto gli intimava di romper guerra, come vicario dell’ impero, ai Visconti, dichiarandolo prosciolto da ogni obbligo derivante dalla pace conchiusa a Milano. Marciando verso Brescia, il Carrarese, d’accordo con la fazione guelfa che gli offri la signoria della città, vi pose assedio; ma nel frattempo il pontefice riputò miglior partito far pace (25 agosto) con i Visconti, e così potè ricuperare Bologna al principio di settembre. Abbandonato dall’alleato e disperando di poter ridurre Brescia, dove nuove truppe viscontee riuscirono ad entrare nel castello, il 10 settembre Francesco Novello levò il suo campo e partì alla volta di Padova (cf. Gatari, Cronaca Carrarese cit., ¡^. 505-7; Deutsche ReichstagsakUn uuter Kònig Ru-