DI PIER PAOLO VERGERIO 333 Romani, quem prò se iussit Augustus comparari, cum post illius obitum grande es alienum emersisset, miratus quod ita pressus de-bitis quiescere in ilio valuisset W (■). nisi fonasse quod hi, quibus necessarium esset emere, non multum habent quod expendant, aut 5 quod nemini in altiorem gradum evecti, ut auxilia possunt W aliis maiora prestare, ita solent plerunque aliorum consiliis magis indigere; tu contra, ex hac tua dem ad Fr. Zabarellam car. flor. Gr P. P. V. Francisco cardinali ma con raggiunta di Zabarelle Fiorentino nel marg. (a) P Ra quiescerem ilio potulsset sive voluisset (b) PRa atqne nemini (c) B P G Ra multis ac in gravibus (d) P sapiens vero Dopo inopia P aveva viveret, che fu corr. poi in verum etiam (e) B camaleonis (f) G de loco (g) B prebachafumum B? P prebechafumum G, letto male dal Combi, dà pré (non pie,/ Bechafumum (h) B PG Ra ceteri vero (i) P G posslnt (Finke, loc. cit.), pare che lo Zabarella dovano, il quale vi comparisce assieme si sia trattenuto a Padova sino al prin- con due altre persone già menzionate cipio del 1411 (Zakdi, op. cit., p. 15) nell’Epistolario : Angelo da Roma, e da Firenze egli si recò direttamente a Israele di Giovanni da Ravenna (Ar- Roma, dove, il 14 settembre, scrisse chivioCapitolare, Atti, 1393-1405, una commendatizia per il nipote Già- c. 49). Qualunque fosse la beffa fat- como (Zonta, op. cit., p. 49). tagli da Drudo da Ravenna (cf. l’e- (1) Macrob. Salurn. II, iv, 17. pistola LXX), è chiaro che il no- (2) In un documento del giugno mignolo « prè becafumo » accenna 1396, trovasi menzione di Bartolomeo alla golosità o all’indigenza di Bardetto «becafumo», sacerdote pa- tolomeo. to del debitore, che, Augusto si fece comprare ; ma forse tal virtù non è della penna, bensì del coraggio dell’amico. Comunque sia, de-v’essere di prezzo grandissimo poiché gli dà modo di saziar i fami-gliari con simili piacevolezze. A lui invece, che non ha la natura d e 1 camaleonte, quel cibo par fin troppo leggero, sicché, essendo già a cena, lesse in fretta la sua lettera, nè molto gli gustò l’aneddoto di Prò Becafumo. A cena finita, rise però di buon cuore, pensando alla sorte dell’amico. Sogliono i più, quando giungono in alto, profferir