EDIZIONI DELL’EPISTOLE VERGERIANE LXXI Le posteriori vicende dell’Epistolario, durante un periodo di pressoché cinquant’anni, si riassumono più brevemente. Alla « fatica non piccola di rimettere « un po’ d’ordine nell’indiscreta congerie pubblicatasi. . . «a Venezia» si sottopose primo fra tutti il Novati, il quale, in più luoghi dell’i:pistolario di Coluccio Salutati andava commentando e richiamando a giusta lezione parecchie lettere vergeriane, che erano uscite vazioni di F. P. Luiso, Due omonimi di Leonardo Bruni in Giorn. Stor. della Leti. hai., voi. XXXII, 1898, p. 154; e di R. Sabbadini in Storia e critica di Testi latini, Catania, 1914, p. 371 e sg. ; Rivista di Filologia classica, voi. XLIII, 1915, p. 308-9; e voi. XLIV, 1916, p. 128 e sg.). Notiamo di volo che, oltre alle finte epistole menzionate nei citati articoli, ci è pervenuto ancora (nel cod. Marc. Lat. class. XIV, 286, c. 184) un altro scritto dello stesso contraffattore del Barzizza, e cioè la lettera «consolatoria» (ine.: «Cum his, quinobis»), che tien immediatamente dietro a quella scoperta dal Combi. Per quel che concerne poi l’ordinamento delle singole epistole, che, nell’edizione veneziana, sono disposte nell’ordine alfabetico dei loro inizi - e ciò, come il Luciani afferma, per espressa volontà dell’autore, «onde renderne più facili i riscontri a chi vorrà farne attento studio» - è lecito esprimere il dubbio se la perdita di quella parziale continuità cronologica, che s’intravvede qua e là pur nel cod. Brunacciano e ne’ suoi discendenti, non fosse un prezzo troppo grande davvero da pagare per un beneficio tanto magro. Comunque sia di ciò, non rinvenendosi alcun indizio che il Combi si sia dato cura di fermare le date delle epistole che ne risultarono prive, nè di correggere parecchie indicazioni di tempo e di destinatari, che al primo aspetto si dimostrano errate, ci sembra che, da questo lato, l’edizione veneziana resti anzi di qua che di là del pur mediocre tentativo del conte Papafava. Ma più molesto ancora risultò il silenzio del Combi intorno alle testimonianze recate dalla “ Memoria ” del Petronio e dal testamento di Pier Paolo per i due punti capitalissimi della cronologia vergeriana. Il Combi conosceva l’esistenza di questi documenti sin dal 1875, l’anno in cui Iacopo Bernardi aveva pubblicata la sua Lettera a Paolo Combi-, ma con tutto ciò egli fece stampare e ristampare nel 1880 la propria “Memoria” senza farne parola; e, siccome questa ricomparve tale quale, sette anni più tardi, in testa all’edizione dell’Epistolario, le antiche perplessità, che erano state virtualmente dissipate un secolo prima dal carteggio del marchese Gravisi col conte Papafava, lungi dal-’ esserne spente, risorsero, di conseguenza, più forti che mai. 1 Cf. voi. II, p. 277, III, 285; IV, 78, 370, 478.