171 MDXX, SETTEMBRE. 172 Lugo e altre a Margera per andar a Treviso, a la Madona si roversono e alcuni si anegono. A dì 9, Domenega. La matina fo letere di Franza, di VOrator nostro, da Poesì, di 4. Come era morta la mojer dii Gran canzelier, el qual zà havia comenzato a intrar e voi il Ite lo fazi far Cardinal al Papa. Scrive come ancora non era zonta la licentia de lenir a balesemo la fìa nata al Ile, la qual fo expedila di qui a dì 25 Avosto. De Ingaltera, di sier Antonio Surian orator nostro, da Londra, di... . Da poi disnar, fo Gran Consejo, fu il Principe. Fato Luogotenente in la Patria di Friul sier Vicenzo Capello el consier, qual vene dopio, e da 6 zorni in qua è inlrato in opinion di farsi tuor; Governador de P intrade sier Andrea Badoer el cavalier, fo Cao di X; Provedador al sai sier Bernardo Soranzo, fo al luogo di Procuratori; et 6 di Pregadi tulli con titolo vecliii, a la Justicia vechia. Fo publicato la parte presa in Pregadi di quelli hanno compralo possession sul Polesene e aque di Bassan vadino a pagar in termine zorni 15, aliter sarano mandali debitori et pagerano con 25 per 100 di pena. 1 Adì 10, Luni. In questa matina, Io mi partii per Castelfrancho con alcuni palriei, steli a Treviso t> giorni con grandissimo piacer, et il Sabato lutti rilornamo. In questo mezo fo queste nove. Da poi disnar, fo Consejo di X semplice, et preseno di relenir do zentilhomeni sier Zuan Maria Zorzi qu. sier Ruberto et sier Zuan Lolin qu. sier Anzolo e alcuni altri, per certa custion fala in Cana-regio a le noze in cha’ Ituzier, el cussi fono retenuti. Tochò il Colegio sier Nicolò Venier consier, sier Mi-chiel Salamoi) cao di X, sier Marin Corner inquisito!', sier Francesco da Pexaro avogador, ma fo sier Lorenzo Bragadin. Et in Quarantia criminal, per sier Maphio Lion clini avogador fo tajalo uno spazo di Quarantia alias fato de poner in exilio uno Marco Bologna visentino, par era zago di prima tonsura fato con bolle false et uno breve dii Papa ledo in questa materia; sichè fo preso di rcmelerlo al judice ecclesiastico, non senza grandissime preghiere a li XL. Fo scrilo, per Colegio, a sier Piero Trun e sier Nicolò Zorzi rectori di Brexa, in risposta di soe di 3, zercha la consignation fatali di arzenti e robe tolte al reverendo qu. episcopo di Recanali, fu morto in bergamasca, fatali per domino Carlo Averoldo, el la deposilion sua e di tre altri brexani, i quali tolseno di man di tre scelesti che comesseno lai excesso dile robe; di che li laudemo assai, el fazino inquisitione. Fo scrito al marchese di Manloa di lai assassinamento perpetrato contro lo Episcopo di Rechanati et Mazerata, qual a dì 2 di questo venendo a dì 3 di note, veneno da zercha 40 in 50 a cavallo in villa dove era ditto Episcopo e lo amazono, tolendoli arzenti, zoje e danari, e li deteno 22 feride, et perchè da uno cittadin brexan fo tolto di tre scelesti, quali passono per de là via dove dili ciladini erano, e volendoli prender perchè monstravano di mala sorte su do mule e uno cavallo, quelli fuzileno a piedi lassando il tutto, e par siano venuti verso manloana. Per tanto voy veder di averli eie. Fo scrilo a i rectori di Verona che mandi ditte lettere al prefato Marchexe, e vedi che par siano scorsi verso la Concordia, per via dii dito Marchese operi col governalor di la Concordia si habino in le man, el per via dii signor Lodovieo di Bozolo. Fo scrito at Secretario a Milan in conformità che parli a monsignor di Obignì dii caso sequìto; i quali scalono la caxa sotto pretesto di zercliar banditi. Etiam do altri caxi successi in bergamasca pur da exuli di Milano e foraussili, zoè contra do subditi 115 nostri, i quali conduti in Valtelina, a uno li deteno taja ducali 1100. Per tanto parli si fazi provision di averli ne le mano, però nui non mancheremo etiam di far ogni cossa dal canto nostro. Fo scrilo a sier Aguslin da Mula podestà e capitano di Ruigo, atenlo l’Adexe è mollo grosso et in pericolo di romper, el perchè l’acqua del Po è mollo bassa, si dice che, aprendo la Pelosella, Paqua di l’Adexe scorerà in Po ; per tanto vedi e vadi sopra loco e li demo libertà di poterla aprir. Fo scrito per Colegio al regenle di Ispurch, zercha le difterenlie di confini dii comun et è mal non si (rati queste diferentie amicabiliter e non con arme; per tanto saria ben fusseuo viste per judici neutrali. Et fo scrilo ai rectori di Verona, mandi per cavalaro a posta tal lelere a Ispruch, qual sia pratico eie. El il titolo si dà a questi de Ispruch è questo, zoè : Magnifìcis viris dominis Sacrce Majesta-tis Cesarea super iormn Austrie provinciarum, magistro curie, mariscalcho, cancelario, locum tenenti et regentibus regiminis Hispruch, a-micis carissimis. Di Boma, fo letere di V Orator nostro, di 5. Come ogni zorno il Papa era occupato per il divider di benefìci dii reverendissimo Cardinal estense morto, et ogni zorno si slava su queste pratiche. 11 Pon-lifice havia auto tre parossismi di terzana; ma steva bene, era levato suso, et non li venendo allro, volea