109 MDXX, AGOSTO. 110 Conclusion de la dieta fata a Lucerna el Zobia da poi la solennità di San Jacomo 1520, tradula di todesco in italian. Frimo. Hanno domandato amicabile risposta sopra la domanda prius per lui fata, la qual è utrum vogliamo a la prefata regia Maestà mandar nostri ambasadori in Alemagna bassa. Ad questa petizione, havendo declarà la risposta de i sui superiori cadaun orator, è manifesto che fra nui sguizari et specialmente fra la mazor parte e più vechi Cantoni è concluso de non mandarli, et al presente lassamo questa materia in suspeso, extimando che la regia Maestà, per la occorenlia del tempo, da quelle remote parte se apropinquerà a la patria nostra, alora noi sguizari potremo iterum tratar se-cundo la exigentia di le cosse. Secondo. Cercha la revocation di le trieve facte in Suffusten spetante a l’illustrissimo principe Ulrico duca di Virlimberg, li agenti per la Cesarea Maestà hanno dito haver posto, sive per dir meglio la cita de Svevia haver adjulà certe cità et casteli di custodia apresso li noslri confini. Questo nui svizari non dovemo interpretar esser slà falò in dispiacer nostro over de li confederati, et ne semo richiesti che dobiamo proibir li nostri a non dar favor al duca Ulrico, nè lassarlo star in nel nostro paese. llavemo udito da poi el dillo Duca constituito a la presentia nostra, el qual ne ha prega et richiesto, cum sit che l’havesse a li stipendi sui li predili nostri, nui li scrivessemo che li volesse licenliar con la 1 promission contenuta in le lelere, ma che se ’l facesse questo in nostra contemplation, nui vossamo prestarli ausilio aziochè per il mezo di bona pace el possa recuperar la eredità el paterno suo stato. Ne ha mandato pertanto, che li vogliamo osservar quanto li habiatno promesso per le letere et sigillo nostro, prestandoli auxilio aziò el consequisca la jusli-tia et sia restituito a la patria quemadmodum huc contraria petitionis in scripto sono slà dedule, la copia di le qual habiamo mandalo a li Cantoni. Ultimo. Essendo tulli nui inclinati a tratar la pace per tuor via la guera, habiamo seriosamente parlalo a la parte, domandando che una non habia ad innovar cosa alcuna conira l’altro, et presente-niente li agenti per el He di romani, li quali hano dito voler meter più forle custodie, le quali ne par che dariano più presto causa de guerra che de [tace. Et però prò bono partimi nui sguizari semo risolti et volemo meter le fatiche et spese aziò lo illu- strissimo duca de Virlimberg sia pacifichalo, et per questo effecto havemo nominali lutti li nostri per nome nostro el de tutti sguizari, videlicet de Berna, Untervalden, Claris et Saffusen, li qual in el zorno di San Frena habino ad comparer in la cità Ausburgensis con el signor de Silembergem el i re-genli di quella regai Maestà, aziò intervengano el deliberano che questa differenlia se removi ; il che havemo fato intender per un nostro nuntio a li diti regenti, et havemo domandà publica fede, per el passar de i nostri ambasadori e andar a dieta dieta de Ausborg. Cadaun orator ha le letere, le qual ne hanno manda li oratori francesi, et cadauno intende che ’l Re non voi far confederation con nui, et questo se è divulgato per la copia di le lelere date a cadaun de li oratori. Sopra la petizion per li oratori dii Re di romani, nui havemo voluto investigar la mente de cadaun Canton, el havemo auto per certo la mazor parte de loro non vuol mandar nè haver alcun commercio in quella mission. Se veramente el vegnirà più propinquo a le nostre terre, potrà far cadaun come le parerà. Quanto veramente li oratori dii predino Re di romani domandano, che non lassamo star apresso de nui el ducha de Virlimberg, ma che lo lieenliamo di le terre nostre et dove ge siano aderenti noslri che li devediamo el sovenir dillo Duca; di questi dui arliculi la mazor parte di sguizari ha auto dispiacer, el è slà risposto a quelli, che vogliamo referir queste cosse a li signori et superiori nostri, et se questa causa in Auspurg non si potesse pacificar, alora voremo risponderli. Havemo 71 ' dillo etiam a li prefati oratori, che nui elvelii semo de una bona volontà et non de altra volunlà che da meter pace et quiete, et in tutte cosse se cou-formaremo a la perpetua amistà centrata, se anche a l’incontro quella ne sarà firmala come ben speriamo. A dì 12, Domenega. Fo santa Chiara. Fo il 72 perdon di colpa e di pena a Santa Chiara di Murati, molto ampio, noviter obtenulo, comenzò eri et dura fino per lutto Mercore che è il zorno di di Nostra Dona. In questa malina inlrò Savio ai ordeni sier Zuan Balista Baxadona qu. sier Zuan Francesco, in loco di sier Hironimo Zane di sier Bernardo, è andato merchadante a Baruto. Da poi disnar, fo Gran Consejo. Vi fu il Doxe. Fato retor e provedador a Cataro, sier Alvise Ca-