537 MDXXI, GENNAIO. 538 parte di loro, et esso conte Antonio, andò a invidar el dito signor principe a la festa e a cena con alcuni di soi, et eravi li 4 doctori nostri zenlilhomeni a farli compagnia. Et cussi vene con zercha -10 de’ suoi primari, et zonto volse baiar cussi vestito d’oro con la mojer del signor Zuane Cosaza, ch’è sua zermana, et con la inujer di sier Andrea Diedo, Priola, dona be-lissima, nè baiò con altri. E poi a la cena che fu preparata nel soler di sopra, laole atomo il portego e in mezo una dove cenò esso principe-con li doctori et signor Zuan predilo et li soi lutti, in arzenti, e fo molto sompluosa, pur a spese del prefato conte Antonio; poi fu fata la comedia et fo compita a hore 11; sichè ha speso da ducali . .. 325 Da p01 disnar, fo Consejo di X con la Zonta, perchè si alende a voler expedir quel domino Jacomo Florio dotor citadin di Udene, era vicario a Verona, molto pratico di le nostre juridition e confini dii Friul, e molto marchesco; et si prepara di mandar li 20 milia ducati, far le lelere di cambio e calar ubligalion di aver al lempo di far le lelere di cambio. Et vene zoso el Consejo, videlicet la Zonta a bona hora, ma restò semplice, per expedir alcuni presonieri di Saravale. Fo lete le scrilure, tajà certo spazo di Colegio, et preso di relenir uno altro, et stele fin hore 3. A dì 10. La matina, non fu letere alcuna da conto. Vene 1’ orator di Ferara con li Cai di X e ave audienlia. Vene domino Philippo More oralor dii re di Hongaria, per el qual fo mandato li Cai di XL et Savi ai ordeni, et fo mal fato. Per quella prima au-dientia si dovea mandar zentilhomeni et honorarlo ; el quale apresentò una letera dii Re, di credenza, el poi fece una oralione Ialina. Da poi disnar, fo Colegio di Savii ad consulen-dum con li Cai di X, zercha li 20 milia ducali si ha da mandar a la Cesarea Maeslà. A dì 11. La matina, el Doxe non fu in Colegio, stà in lelo justa el solito. Da Milan, fo letere dii Secretario nostro, di.. . El sumario dirò di solo. Da poi disnar, fo Colegio di Savi, ad consu-lendum. A dì 12. La matina, nulla fu da conto, il Doxe stà a l’usato in lelo e ha medici a la sua cura, videlicet domino Agustin da Pexaro, domino Borlola-mio da Montagnana et domino Lunardo Buliron suo solilo. Da Verona, fo letere di sier Lunardo Emo podestà, et sier Francesco da cha’ da Fesaro capitano, di eri. Come era venuto notici dii ducha di Ferara per far zente et fantarie su quel lerilorio, domandando licenlia poterle far. Non li hanno voluto conceder senza ordene di la Signoria nostra; per lanlo si avisi quanto habino a far. Et di questa lelera fo comandà gran credenza, et era materia pertinente al Consejo di X, e credo poi si scrivesse li lassasse far. Da Constautinopoli, fo letere dii Bailo no- 325* stro, di primo Dezembrio. \\ sumario de le qual noterò di solo, zonle eri sera per via di Ragusi. Fo pioza questa note, et neve, et questa matina et tulio ozi gran vento; sichè fo calivissimo zorno, e assa’ fangi. Da poi disnar fo Pregadi, vene solum tre Consieri, sier Donado Marcelo, sier Nicolò Bernardo e sier Antonio Justinian dotor, et sier Alvise Mudazo Cao di XL, in loco dii Consier sier Batista Erizo non è intrado. Fo lelo una letera di sier Jacomo Manolesso podestà di Cologna, di 9 Dezembrio. Nara un caso sequilo, che in exccution di letere dii Senato, per la ferita fu data a Jacomo di Nodari citadin de lì, havendo fato retenir alcuni et purgato li indicii, uno Andrea Carlo, incolpado, bandizoe ut in litteris; il qual essendo amalato, siete in rocha in preson a varir, con uno Batista Carlo suo parente in compagnia. Hor una note alcuni incogniti introno in la roeha, ainazò el dito Andrea et ferite il prefato Batista ; per il che domanda autorità dar taja a chi acuserà etc. Scrive poi el dito Podestà, in risposta di lelere di la Signoria nostra, di 27 di queslo mexe, come si debi darli la dita taja, et che li è gran tristi. E fo sora le mure de la terra, non ha oficiali, et a una villa di quel territorio fo 4 slravestidi, quali fenno molti danni, tien siano quelli fe’ l’homi-cidio in rocha. Manda a posta il suo cavalier per questo in questa terra. Et fu poslo per li Consieri, darli autorità e taja chi acuserà L. 500, e quelli sa-verà e non acuserà, pagi ducati 100 e siano banditi per 6 mexi, e chi acuserà essendo stà in compagnia, habi la laja e sia assolto dii bando, et sapendo li delinquenti li possi meler in bando di questa terra, lochi etc. con taja ut in parte; ma non fu mandala perchè voi esser 5 Consieri a meterla. Fu posto, per li Consieri, scriver a l’orator a Roma nostro per (tre’ Malio Moro mansionario a Santa Foscha, eleto piovali da li parochiani in loco di pre’ Girolamo di Rossi. Ave 158, 0, 0. Da Constautinopoli, dii Baylo nostro sier Tomà Contarini, date in Fera a dì primo De-