G09 MDXXI, FEBBRAIO. CIO hessendo li in porto, vene per via di Salalia a dì 24 Ocluhrio la nova di la morie dii Signor turco. Non era creta. Poi a dì 2C zonze una fusta da Constanti-nopoli, mandata a posta con letere di la morte predila, e dii sentar dii fiol, per il che dito capitano tornò da Cayro con 3 galiote et 2 fuste in dito porto di Alexandria, et fece intender al nostro Capitano lo dovea saludar con più festa et presentarlo. E cussi consultato con li Patroni, aziò non impedissa al far di di l’armada, mandò sier Vetor di Garzoni patron a salutarlo, et presentando do caxache, una di raxo cremexin et una di scarlalo, pregandolo al far di la muda facesse li homeni di quella armada fusse sopra i navilii et non desse impazo. Promesse di farlo el cussi fece. Sichè fu fata la muda, et compila, volendo il bolelin di la licentia, sier Benedeto Bernardo vice consolo non volse spazarlo sì presto, dicendo per certa causa di magrabini etc., i quali haveano cargà il suo in galìa. Disse, vene nova il Gazelli si avia fato signor di la Soria, e andava con campo verso Aleppo, et mandò uno suo verso a Chayrbech a dirli volesse esser conira turchi perchè lo faria grande a presso lui, e levar di novo el dominio di schiavi. El qual Chayrbech fece sapere questo al popolo e a turchi e mandò ditto messo al Gazeltì in Alexandria, et fo mandato con una fusta a Constanlinopoli, e mandò a far la descrition di homeni di l’armata per farli venir al Chayro. Disse che il viceconsolo volse 50 ducali per li magrabini si ’l dovea mandar il boleti-no al Farion. El Capitano non li voleva dar dicendo non è usanza, el voleva darli ducati 25; a la fin convennero darli tutti 50. E dato li ducali 80 al Farion, si levò et vene in mar, et a dì 3 Deccmbrio zonse al Zante, poi a Corfù. Laudò quelle fabriche e sier Bernardo Soranzo baylo, qual disse, si la Signoria li manda do milia ducali di lornesi, compirà nel suo tempo la fabricha. Disse poi il suo navigar fino in Hislria. Laudò li Patroni sier Velor di Garzoni e sier Zuan Alvise Badoer. Laudò Andrea Negro suo armi-rajo, e li do corniti Domenego Vesentin e Marco de 3CC Zorzi. Disse non è stà in lochi devedadi, e le galie è slà ben fornite di zurme; dii cargo nulla disse, qual è poco etc. Et sier Lucha Trun vicedoxe lo laudoe, dicendo referiria in Pregadi. Vene fra’ Ruttili Lovato predicalor, predica a san Zacaria. Porlo un breve dii Papa, come è contento el vegni a predicar in questa terra, et uno altro anno el verà a predicar a Uoma, et che se li daga fede a quello el dirà. El qual disse di quel frate Andrea di Ferara predichò a san Stefano contra il Papa, / Diarii di M. Sanuto. — Tum. XXIX. ha fato certa opera. Acciò non avvengi quello è in Germania di fra’ Martin Lutero, il qual seguita quella dotrina, la Signoria voy far eie. Li fo risposto non è in questa terra, et è parlido. Di Milan, fo letere di ultimo. Qual manda letere di Franza, di 22, e de Ingallera, di 7, il sum-mario di le qual noterò di solo. Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria e Savii, et balotono le vendede di le botege di Rialto fatte per li Procuratori, Provedadori sopra il Monte nuovo, et do caxete, e stete Colegio suso fino hore 3 di notte. A dì 6. La matina vene in Colegio l’orator dii re di Iiongaria, solicitando la sua expeditionc. Da poi disnar, fo Consejo di X semplice per expedir presonieri, et il Colegio si reduse a dar au-dientia. In queslo zorno fo cxpedilo a li XX savii la sentenza fata per sier Batista Erizo, sier Zuan Marzello et sier Polo Valaresso deputati sora l’imprestedo, conira sier Hironimo Malipiero qu. sier Perazo, fo Camerlengo di comun, di una partida di ducali 500 mete aver dato a sier Zuan Emo di sier Zorzi procurator a conto dii suo imprestedo, et è posta solto una partida di ducali CO, con rassaure di libri etc. fata contra le leze: videlicet che dilla partida sia anullata con reservation, ut in sententia. Di la qual dito sier Hironimo si apella a li XX savii; ave Limi el secondo Consejo. Parlò per lui sier Zuan Antonio Venier, et per la Signoria sier Carlo Contarini: andò 2, e il resto non sincere, poi 2 bona, 3 taja, el reslo non sincere. Io Marin Sanudo mi cazai di voluntà, perchè dito sier Hironimo mi fece intender aria a caro Io noi zudegasse, licet avesse una fia di mia suor; et questo dice che una fiata mi dolsi dicendo lui non havermi voluto di Pregadi. Hor ozi fo il terzo Consejo, si stele fino hore 20, parlò per il Ma-lipiero sier Alvise Badoer avochalo, li rispose per la Signoria doni. Bortolo dal Fin. Andò la parte, 8 bona 7 taja, et una non sincera ; sichè di una ba-lota fu fata bona. Vene in questa malina in Colegio sier Francesco 3C7 Barbaro venuto zà più zorni capitano e provedador di Napoli di Romania, vestito di veludo cremesin, e referi di quelle occorenze. Si scusò esser stà lanto poi zonto qui, per esser stà indisposto. Sier Lucha Trun vicedoxe il laudoe, jusla il solilo. Di Roma fo lelere di VOrator nostro, di 2. Et di Napoli, dii Secretario, di 26. Le qual fo lete in Consejo di X e in Colegio, il summario dirò di solo. 39