473 MDXX, DICEMBRE. 474 conilo la sua solila clemenlia el magnimitade benigna mente ne debia exaudire, el li voli el pelitione' nostre piene concedere el confirmare: a la immensa gratia de la qual noi in nome de la prefata fedelissima Università et nostro particular, genibus flc-xis, se racomandemo. 288 A dì 21. Venere, fo San Thomà. Vene in Colegio li oratori di Mischia dii regno di Cipro, videlicet domino Xagni Zagralieha et Zuan de Nordes tulli do cavalieri e ricchi zenlilhomeni di Cipro, el il Nordes in piedi fece una oralione vulgar eloquentissima in laude di queslo Stato e congratularsi di la sua felicità ; la qual fo lauda da tutli, e il Principe li usò grate parole; poi verano a le altre particularilà di la loro commissione; etiam fono oratori di la comunità di Famagosta, venuti, quali voleno che la reai si redugi in Famagosta etc. Di Franza, fo letere di V orator nostro di Bles, di 8, et di Milan. Le qual saranno lede in Pregadi ozi, et però non le noto. Fu lelo una parte, nolada per li cai di XL, di conzar l’ofieio de Sinici di San Marco e di Rialto che si feva di XL criminal, videlicet elezerli per Gran Consejo per 4 man di eleclion, habino il salario di ducati 94 per uno, stiano mexi 1G, et vengino in Pregadi melando balota, la qual parie non se intendi presa se la non sarà posta e presa in Gran Consejo. Da poi disnar, fo Pregadi, che è zorni .... non è stalo, e si lezè assaissime lelere; non vi fu el Principe per esser Pregadi non da conto. Di Roma, di sier Alvise Gradenigo orator nostro, di 5. Come, Sabato ritornò de li el Pontefice stato fuori a la caza et a la Magnana come scrisse, e vene con le gente d’arme e più dii solito de le zente dii signor Renzo e altri, ha posto ad alozar in borgo in Stranslevere, il resto a li lochi circonvicini, e questo fa per custodia di la sua persona; e Domenega volendo andar a basar il piede a Soa Santità, trovò l’era con domino Zuan Hemanuel oralor di la Cesarea Maestà, col qual slele più di do hore, et in l’altra camera aspelava monsignor di Pin e monsignor di San Marzeo, oratori di la cristianissima Majeslà, per haver audienlia; e lui orator disse verso San Marzeo monsignor vi spazerete presto, et monsignor di Pin et io restaremo qui e vui tornerò a caxa, lui rispose nou lo so quando perchè ancora non son sta expedito dal P;>pa ; poi vene la duchessa di Bari per haver audienlia dal Papa, acompagnata a banda destra dal reverendissimo Cibo e da l’allra uno altro homo di condilion che la leniva per il brazo, e monsignor di Pin disse a lui orator nostro non sapea la causa di tante careze e honor feva el Papa a quesla duchessa, la qual andata dal Papa, li volse basarli el piede, e il Papa l’abrazò con meterli le man a le spale, e li disse certe parole pian, poi III posta a seder, el parlò certe parole che non se intese; poi (ulti introno a basar il pe’ al Papa, e le sue done e altri, sichè il Papa sle tardi a far tal offilio; et volendo esso haver audienlia, il Papa li le’ dir 288’ tornasse doman perchè el voleva lezer il suo officio, el il secretario dii ducha di Ferara li disse che questa duchessa di Bari era mollo honorala dal Papa, nè sapea la causa. Hor il Luni lui oralor andò dal Papa, col qual si alegrò di la sua tornala, con altre parole, e il Papa li rispose bona verba, poi inlrò su le caze dicendo si voi a le volle darsi un pocho di piacer. Il secretario di Ferara li ha dillo quello voi far venir ad alozar in bolognese, et che tralano il Papa, il cardenal Medici e il signor Alberto da Carpi e monsignor di San Marzeo soli e in gran secreto. El la duchessa el Marti fo a cena col Papa con IO ear-denali, sentala di sora di cardenali, dove fu musiche etc. sichè il Papa l’ha mollo acarezata, e fatoli le spexe. Ozi è stato concistorio e leto le scrilure per la canonizalion dii bealo Antonino arziepiseopo di Firenze di l’ordene di predicatori, e non compite. Item, una letera dii re di Poiana, scrive al Papa di una rota li ha dalo Moscoviti e il Gran maestro di Prussia, rechiedendo ajulo: la conclusion è stata di far brevi a Cesarea Maestà, debi interponersi in pacificarli. Scrive haver visitato el reverendissimo Medici, il qual si ha oferlo per la Signoria nostra, dicendo operatemi e verrò in ogni oceorenlia di quella illustrissima Signoria che me troverete prontissimo a farli cossa graia. Dii dito, di 8. Come havia ricevuto nostre, una in la materia di frali di Corizuola, l’altra di la venuta a Venecia di quel Sebaslian de Gralianis, per nome dei Gixi con li brevi dii Papa e I’ acordo fato con darli ducali 2000 per far cossa agrala al Pontefice, e cussi andò dal Papa dicendoli questa cosa. Soa Santità l’avèa grato fosse expedila. Poi disse di frati di Corezuola, lezendoli la lelera dii Senato, el Papa disse è bon si meta a tre cardenali, come vi dicesemo, e queslo femo per honor uoslro per esser consejato, e se non volete tre, uno over Ancona over Jacobazi ; l’orator disse non achadeva questo, ma lassar che la Signoria le cosse sue publice le expe-dissa loro come zà anni 8 li frati hanno conlentà ; hor il Papa non volse dir altro, ma intrò in dir che