129 MDXX, AGOSTO. 130 84 Sumario di letere di sier Lorenzo Orio dotor, orator nostro in Hongaria, date a Posno-nia (?) a dì 29 Lujo 1520. Ricevute a dì 23 Avosto. Partitosi il reverendissimo Cardinal di Slrigonia da Buda a dì 20, andò a Slrigonia, poi verso qui, et il reverendo Cinque Chiesie et io a dì 23 partissimo e andati a Slrigonia trovassemo il Cardenal non esser ancor partito, e visitalo per nome di la Signoria. Et a pranzo con il reverendissimo Cinque Chiesie et il reverendo episcopo Zagrabiense et io, si parlò ho-norevolmenle di la Signoria nostra, e che si diceva actum erat de rebus venetis, e lui fu contrario e pugnava con tulli e con oratori ponlificii, cesarei'e dii Christianissimo, e che in questa parte è stato sola candela di fede eie. E li comunichò nove dii Turco aule in quel giorno si partì da Buda, dii tirar galìe in terra: leebbeno molto grate, li pareva dificile tanta spesa fata fusse retractata in uno subito. Poi pranso, fu dato ordine che li carri grandi di le robe e le car-rete per le persone e li carri lizieri che dicono cocchi e li cavalli dovesseno passar el Danubio per seguir el camino, e il Cardinal volse esser in compagnia nostra, e suo nepote domino Simon episcopo Zagrabiense ; e posti a camino cadauno ne le carete sue. Gran caldi e alozamenti pessimi et roancha-mento di vituarie per esser gran compagnie. Tutte le gente d’arme di loro signori e cavali lizieri, al numero di 1000 et più, et tandem ozi 10 siamo qui giunti a l’bora di mezo giorno, poste le gente in ordinanza, vestito il Cardinal in pompa come Cardinal Legato et patriarcha con la croze avanti, fece una pomposa entrata, e lui Orator sempre a lato; incontro dii qual vene li signori e grandi sono apresso il Re. Soa iMaestà intrù doi giorni avanti con assa’ menor numero di gente, e nomine regio fu dal Gran canzelier salutato, receputo et accompagnato fino a caxa, e per camin sempre ha voluto mangi con lui. Letera di ultimo ditto, date ivi. Eri volse aver audientia, non potè, dal Re, per esser sta ocu-palo in aldir 1’ orator di Polonia domino Andrea di Tamis palatino lublinense, personazo di gran exlima-lione. Questo Re eri aldìte lo orator de li cesarei coniissari existenti in Alemagna, quel domino Sigismondo Hexmestain zonto qui avanti il Re. Hor ozi mandò il reverendo proposito domino Filippo More e li dete audientia. Si congratulò di la bona valitudi- 1 Diarti di M. Sanuto. — Tom. XXIX. ne, li comunichò le nove dii Turcho, de la revoca-tion di l’armata. Ringratiò mollo, et che ’l sentir tal nove li erano molto grate, dii Turco, et che ’l Sophì solo non è stà causa di questo, e dimandò se ’l sa- 84* peva altro dii Sophì. Poi disse non aver ancora espe-dito li oratori al re di Romani, il reverendo proposito, domino Hieronimo Balbo et magnifico domino Sarcham Ambroso baron, per aspetarsi prima li oratori di quella Maestà. Letera di é Avosto, dii dito, date ivi. Quel orator de li cesarei coinessarì usò parole generai a la prima audientia, salutando il Re in nome di la regina Maria sorella di Soa Maestà e sposa di quel Re, et la regina Anna sua sorella, e dii Cardinal Curzense. Poi in 1’ allra audientia diria del trala-rnento di le noze di Maria Anna ne l’illustrissimo Ferdinando fratello di quella Maestà, proposto alias per loro cum el reverendo Balbo in Ispruch, qual non havea commission se non in la persona di la Cesarea Maestà. Li fo risposto se aspeteria li oratori del re di Romani che di giorno in giorno doveano zonzer. Sperano concluder nel Re predino le noze; per non esser reslà in acordo con il re Cristianissimo, se non concluderano ne l’illustrissimo Ferdinando, quando non li rimanesse si non l’Austria, l’ora-tor polano tenta il re di Romani la toy lui. Scrive coloquii auti esso Oralor nostro con l’orator polano, e ringratiò etc. E che ’l suo Re è molto implicato in le cosse di Prussia, e voi al tutto veder la fine, e non si poi ritrovar al parlo di la Serenissima Regina, qual il Re desidera sia herede masculino. Letera di 7 dito. Domenica passala, che fo 5 de l’instante, essendo reduli qui al palazo regio tutti quelli reverendissimi et illustrissimi signori e imi tre oratori, invitati dal Re a farli compagnia a la messa, li vene nova il serenissimo re di Polonia bavia auto una gran vitoria contra tartari, mossi con gran numero contra Sua Maestà a inslantia dii Gran Maestro di Prussia, per la speranza de li quali se ritrase di lo aponlamento concluso de lì; qual tartari ne erano morti 10 in 12 milia, e li altri prodigati e fracassali. Quelli tartari sono soto un altro Imperatore e non quello con il qual quella Maestà è in tregua. Sono molli e in grandissimo numero, et fra loro hanno diversi Imperatori. La qual vitoria è stà causa di restringer il Gran maestro di sorte che si à re-duto con le sue zenle in uno de li Ire lochi che li resta ancora ; e dii tutto sarà minato. Quella nova fo molto graia a Soa Maestà e tutti li allri signori, ex-ceplo a l’illustrissimo marchese di Brandimburg 9