— 74 — (41) Identico nella sostanza in Archivio di Stato, Milano, id. id., Reg. B, Fol. 46. Si aggiunge però nella colonna delle osservazioni : « In seguito, per ammissione dello stesso Trainini, tutto ciò che disse del Niccolini e del Bren-tana risultò tutto falso. (42) In Archivio di Stato, Milano, id. id., Reg. C, Fol. 29, la stessa annotazione con varianti di forma ; manca però il particolare di essere il Tommasi venuto apposta ad Occhiobello per accogliere il Cavriani, manca pure nella colonna delle osservazioni la notizia che è figlio di Carlo ecc. e per la data di desistenza del procedimento, invece del 17 ottobre 1822, che è quella della Commissione speciale di ia istanza, si cita il decreto del Senato Lombardo Veneto, 7 ottobre 1823. (43) Identico in Archivio di Stato, Milano, id. id. Reg. C, Fol. 31, dove però si aggiunge : « Il Marchese Vallari di Cremona disse che questo Cazzaniga voleva introdurre le scuole di mutuo insegnamento. Tedaldi Tores Carlo lo indica peraltro di quelli che lo eccitarono ad istituir in Cremona le dette scuole. Il Conte Schizzi lo conferma. Il Regio Delegato di Cremona lo indica tra i liberali che fecero sospettare affetto al sistema sovvertitore, per cui, durante le rivolte di Napoli e Piemonte, fu specialmente sorvegliato ». E a foglio 553 : Il Regio Delegato di Cremona partecipa il di lui intervento ad un pranzo numeroso dato dai fratelli Porro in contemplazione del Conte Giacomo Sanvitali (settario elevato). Pietro Borsieri lo qualifica giovane leggero ». Manca invece nei detti registri l’indicazione essere egli compromesso nei moti del Piemonte e fuggiasco, indicazione però che certamente andava riferita anziché al Cazzaniga al Carini, che segue immediatamente anche allo stesso foglio 31 del Reg. B, perchè scritta nella colonna delle osservazioni nella partita Carini e perchè il nome del Cazzaniga non è compreso nell’elenco dei sudditi Lombardi passati clandestinamente in Piemonte nel tempo della rivoluzione e non più rientrati (vedi processo dei Carbonari, cart. 57). La lettera a lui del Porro accennata nella presente potrebbe essere quella pubblicata dal Cantù senza citarne la fonte, in Archivio Storico Italiano, 1876, pag. 84, la quale era del seguente tenore : « Milano, 20 gennaio 1821. Rispondo a due care vostre ; non l’ho potuto prima. Sapeva il matrimonio della vedova Crotti. Ha fatto bene a maritarsi, e a voi altri giovani or sta a far che pensi bene. Quella è una buona giovane, ma i suoi modi l’hanno resa sempre debole. Voi altri dovete darvi la pena di render la donna ottima, ed invece di parlarle di galanterie, formatele l’animo forte. Sapete che influenza hanno le donne e massime le ricche. Vedete come fanno i preti ? imitateli ! Il liberalismo è anch’esso una religione santa, e chi è prete di quella, deve colla santità della verità alla mano convertire chi non vede in esso che rivoluzione, stragi, ateismo, dissolutezza, ecc. Voi siete un ottimo giovane, caro Cazzaniga, e d’intelletto, dunque marciate sulla strada santa. Bisogna forzare con tutti i mezzi e persino i nemici più acerrimi a confessare che abbiamo ragione sotto ad ogni rapporto. Desidero vedervi presto qui, ed avremo campo di parlare e divertirci insieme. Salutate i nostri amici. Fate che i giovani Vidoni siano sempre buoni. Tollerate i difetti di tutti, e francamente fateglieli colla più grande amicizia conoscere. Amatemi. P. S. — Pellico a giorni sarà libero. (44) Identico in Archivio di Stato, Milano, id. id., Reg. C, Fol. 31, dove però, nella colonna delle osservazioni è la nota a proposito della partecipazione del Carini al moto Piemontese e della sua fuga che, come si è già visto, nel presente elenco è riferita invece al Cazzaniga. Seguono poi a foglio 550 altre sedici righe nelle quali sono riassunte diverse deposizioni circa la condotta del Carini in Piemonte e nella colonna delle osservazioni : « Si ignora ove trovasi. Lì 8 novembre 1821 fu contro di lui dalla Commissione di Milano aperta la speciale inquisizione per alto tradimento e scritto alla polizia pel suo arresto ». Il Carini è compreso, nel citato « Elenco dei sudditi Lombardi passati clandestinamente in Piemonte» con le seguenti risultanze : « Manovrò in Voghera : si aggregò al Corpo dei Veliti italiani, ossia degli studenti ; ebbe vitto ed alloggio