- 84 - « Tassi lo conobbe massone nel 1806, anzi presidente della Loggia di Milano, ed ebbe da lui l’incarico di spedirgli dal Portogallo notizie sui Cavalieri di Cristo e sui Templari, ma non glie ne diede. « Montallegri ammise la possibilità di aver raccomandato il Laderchi al Lancetti, ma esclude ogni materia di Società Segrete. Giacomo Laderchi conferma la circostanza della lettera per questo Lancetti data da Montallegri ». Sul Lancetti (3 gennaio 1767 (o 68) - 18 aprile 1851) cfr. specialmente, oltre il suo Diario, edito in : G. Manacorda, I rifugiati italiani in Francia negli anni iygg-1800, (in Memorie della R. Accademia delle scienze di Torino, 1907), A. Ottolini, Note per una biografia di V. E., in Archivio storico Lombardo, 1916, pag. 163, dove è pubblicato l’esame 5 marzo 1823 di cui sopra. Figura nell’elenco dei Massoni in Luzio, La Massoneria, ecc., cit., pag. 135. L’Austria lo conservò nell’impiego di Direttore dell’Archivio del già Ministero della Guerra fin all’età di 73 anni, non ostante le informazioni a suo carico ; ma contro la taccia datagli da diversi scrittori di spia dell’Austria, giustamente l’Ottolini adduce il trattamento modesto fattogli dall’Austria stessa. (96) In Archivio di Stato, Milano, id. id., R. L, Fol. 151, salvo la giunta del nome proprio del Viviani, Luigi Antonio. (97) In Archivio di Stato, Milano, id. id., R, L, Fol. 151, si aggiunge la paternità (fu Faustino) e la qualifica « Dottore in medicina » e si fa dipendere il primo sospetto verso il Lecchi anziché dagli « Atti assunti in via politica » sull’esistenza di carbonari in Toscolano, dalla circostanza che « segreti confidenti deposero che nella bottega dell’orologiaro Giovanni Rosini di Brescia, posta ai piedi della scala del Teatro Grande, convengono fra le altre persone avverse al Governo e sospette di Carboneria anche i fratelli Lecchi ». Segue notizia della perquisizione all’isola del Lago e del sequestro della tipografia ; e seguono poi, in una ottantina righe circa allo stesso foglio 151 e a foglio 190 dello stesso registro, informazioni di Polizia sulla sua relazione colla Mala-notte e ampi riassunti delle deposizioni a suo carico nel processo a suo carico. Nella colonna delle osservazioni poi si ha tra altro menzione della apertura contro di lui dell’inquisizione speciale per decreto 6 novembre 1923 e della sospensione della stessa : « per difetto di prove legali » (decreto 7 novembre 1824). Per il processo contro il Lechi cfr. G. Solitro, Nuovo Contributo dei processi del 1821 in Rassegna storica del Risorgimento, 1917, pagg. 1 e sgg. e Luigi Re, Il Conte Luigi Lechi nel 1821, in Brescia nel Risorgimento, a cura dell’Ateneo di Brescia, 1933, pag. 171. Per notizie biografiche di lui (nato 13 dicembre 1786, morto 13 dicembre 1867) vedi inoltre : I Commentari dell’Ateneo di Brescia, 1876, pagg. 88-94 U. Da Como, La Repubblica Bresciana, Bologna, 1926, pag. 284 e I Senatori del Regno (dal Segretariato Generale del Senato), 1934, Voi. II, pag. 343. (98) In Archivio di Stato, Milano, id. id., R. L, Fol. 512. Questa annotazione corrisponde ai primi tre periodi della partita omonima. Seguono però a foglio 152 e a foglio 191 altre copiose notizie sulla presunta attività del Lechi nella cospirazione del 1821, ricavate dalle diverse deposizioni nel corso dei processi di Milano. Nella colonna delle osservazioni : « Fratello di Luigi ». Sul Conte Giuseppe Lechi (n. 1766, m. 1836) cfr. A. Lumbroso, Il Generale d’Armata Conte T. Lechi e la sua famiglia, in Rivista storica del Risorgimento, 1898-1900, pag. 352, Carteggio Confalonieri, a cura di G. Gallavresi, I, nota a pag. 400 ; U. Da Como, La Repubblica Bresciana, cit., pag. 278. (99) In Archivio di Stato, Milano, id. id., Reg. L, Fol. 152, alla annotazione si aggiunge la paternità (Marcantonio) e si precisa la data della lettera che è del 4 aprile 1821 e si riportano testualmente, tra virgolette, le parole della stessa da : « varii sono i pareri » a : « debba andare peggio di prima ». Segue poi : « sabato passato — è ancora il Longhena che scrive — sono stato a Pavia ed anche là tengono per disperato il caso. Gli studenti che di là passarono in Piemonte furono 63 (non 36 come nel presente elenco). La settimana passarono di qui anche due dei nostri bresciani, e giovedì passato misero con sicurezza il loro piede sulla terra del nord dell’Italia ma sono compianti da tutti. O tem-