— 8o — Su Pietro Dolce cfr. ancora A. Luzio, La massoneria e il Risorgimento Italiano, Bologna, 1925, Voi. I, pagg. 64-68 a pagg. m-123, ivi, è pubblicato un suo rapporto ; altri sono largamente riassunti dallo stesso Luzio in Archivio Storico Lombardo, 1917, pagg. 307-323. (67) In Archivio di Stato, Milano, id. id., Reg. D, Fol. 62, identica annotazione. (68) In Archivio di Stato, Milano, id. id., Reg. D, Fol. 63, manca la qualifica di possidente e si fa dipendere l’informazione sulla sua presenza al pranzo dell’Arzaga e sui discorsi tenuti da « Segreti confidenti », anziché da « atti assunti in via politica ». Segue poi : « Aggiungono che quelle persone mantengono un’estesa corrispondenza colla Svizzera e in Basilea, la quale forma poi l'oggetto delle loro discussioni. Presso Antonio Panigada si trovò una lettera concepita in lingua inglese, come credesi, datata in Sant’Elena 14 aprile 1822 diretta ad Antonio Panigada, cui è sottoscritto certo B. Dominicelli. La Polizia disse che lo scrivente di questa lettera è oriondo della provincia di Brescia, ove recossi lo scorso anno, 1821, per conciliare alcune pendenze famigliari, e da dove partì nel gennaio 1822 come attaccato al servizio inglese. Allorché nel 1823 seguirono nella provincia di Brescia varii arresti di persone indiziate di aver participato alla congiura del 1821, la Polizia riferisce essersi diffusa la voce che sarebbe stato arrestato anche questo Domenicetti, il quale è noto al pubblico per la parte da esso presa nella rivoluzione bresciana nel 1797. Bucceleni lo qualifica antico rivoluzionario, ora vecchio, ma pieno di fuoco ed eloquente. (69) In Archivio di Stato, Milano, id. id., Reg. F, Fol. 83, si aggiunge la qualifica di « ff. di Consigliere a Mantova » e segue quest'altra frase : « Un rapporto del R. Delegato di Mantova lo indica tra quelli che si resero sospetti d’aver nel 1818-19 accolta la Carboneria ; tanto più che un riscontro del Cardinal Legato di Ferrara faceva conoscere a quel Delegato che Munari aveva in vista anche questo Favagrossa per gli affari della Carboneria ». Lo Spadoni per la Prima Guerra d’Indipendenza, op. cit., pag. 114, ricorda appunto un indirizzo 9 aprile di offerta di servizi a Murat di un Favaglossa, Consigliere Direttore dipartimentale di buon Governo. (70) Vincenzo Ferrario, tipografo de « Il Conciliatore » nel Registro F dell’Archivio di Stato di Milano, id. id. non esiste alcuna annotazione che riguardi questo individuo. (71) In Archivio di Stato, Milano, id. id., Reg. F, Fol. 87, analoga annotazione ma con varianti e cioè invece : « una copia della Costituzione latina creata da Munari », vi è scritto : « La copia della Costituzione latina, gli Statuti Carbonici, i Cattechismi di Maestro apprendente e il dizionario per la corrispondenza ». Dopo le parole : « Autorizzazione da Ferrara », segue : « In altro esame assicura (Tommasi) avergli detto il Solimani che sarebbesi in breve colà istituito il tribunato ed egli ne sarebbe il visibile ». Infine, dopo le parole : « per cui è sorvegliato », si aggiunge : « Foresti disse che nell’elenco delle città ove esisteva o doveva esistere un visibile, da esso veduto presso Tommasi, lesse anche Vicenza. Tommasi però non vuol aver avuto l’elenco dei visibili di questo Regno, che non sa averne esistito alcuno ». (72) In Archivio di Stato, Milano, id. id., Reg. F, Fol. 87, identica annotazione. (73) In Archivio di Stato, Milano, id. id., Reg. F, Fol. 92, analoga annotazione, ma anche qui alle parole : « segreti confidenti », della registrazione originale, è sostituita la forma : « dagli atti assunti » del resto il primo periodo corrisponde per la sostanza e il secondo è identico nella sostanza e nella forma. Segue però : « Il dottor Bazza disse di aver trascritta un’ode (riprovevole) in morte di Napoleone, che fu perquisita all’ex colonnello Moretti, dietro la recita fattagliene da questo Foresti, il quale ammette di avere avuto questa ode copiandola al tavolo del parroco di Tuzzino Costardi, ma nega di averla comunicata al Bazza, ma sibbene a Francesco Foresti, impiegato presso la R. Pretura di Vestone, il quale lo conferma, aggiungendo avere avuto quest’ode