25 Così scioglievasi a San Marino la 1“ legione della Repubblica Romana, la prima per coraggio e l’ultima a sciogliersi; così deponeva le armi il leggendario Eroe nella prima guerra dell’ Indipendenza, e si preparava a cingerle con più costanza, con più ardore, con più fede nelle future lotte della redenzione italiana, come gli effetti addimostrarono. Ed il Signor Brizi che nel 1850 scriveva parole di biasimo all’ indirizzo di Garibaldi, dicendo che invano questo Generale si ostinava a qualificare i miserabili avanzi dei fuggenti di Roma col pomposo nome di divisione (1), e che questa era formata da alcuni buoni trascinati unicamente dal politico entusiasmo a quella folle e sciagurata impresa, e che nel resto era composta di elementi-feccia coi quali si pretendeva di rigenerare 1’ Italia (2), avrà visto in seguito se davvero questo Eroe con tale feccia abbia o no rigenerata la nazione degli Italiani. Subitamente il Capitano Beizoppi spedì il Segretario di Stato Gian Battista Bonelli al General Maggiore Austriaco De Hahne in Rimini, ed il Tenente G. Battista Braschi all’Arciduca Ernesto che si era accampato, dopo aver data la caccia ai profughi Garibaldini, al Yascone presso Fiorentino parrocchia della Repubblica, per combinare una capitolazione in favore di Garibaldi e delle sue truppe, e per risparmiar la guerra all’ inerme Repubblica (3). L’ Arciduca Ernesto, perchè più vicino, rispondeva prima dell’ altro, e diceva che operando in nome del Sommo Pontefice contro i nemici del governo legittimo non poteva concedere altre condizioni che la resa di Garibaldi a discrezione (4). Garibaldi che aveva (1) Le Bande cit., pag. 10. (2) Le Bande cit., pag. 30 nota 6. (3) Brizi, Le Bande cit., pag. 12, e testimoni succitati. (4) Doc. V.