Chiesa del Corpus Domini. La piccola facciata quattrocentesca si a-dorna di un elegante portale in cotto, di un rosone e di archetti terminali pure in cotto di gradevolissima fattura, ottimamente restaurati nel 1914. L’interno in seguito a un incendio sviluppatosi nel 1605 restò quasi distrutto. Circa un secolo e mezzo dopo, nel 1769 si iniziò il risarcimento della chiesa con linee settecentesche dall’architetto Antonio Foschini che l’ingrandì del presbiterio, togliendone lo spazio necessario al retrostante coro delle monache. Il bel soffitto ornato di prospettive di Maurelio Gotti ha nel centro un ottimo affresco di Giuseppe Ghedini, colla «Gloria di S. Caterina Vegri». L’altare di destra ha una tela dello stesso Ghedini col «Transito di S. Giuseppe» e Faltar maggiore una delle opere più belle del Cignaroli, che rappresenta «L’Ultima Cena». Mentre l’autore stava lavorando nel 1796 in Verona a questo bellissimo quadro ebbe la visita dell’imperatore Giuseppe II, e in presenza del sovrano eseguì il S. Pietro in atto di ricevere il pane divino dalla mano del Salvatore. Fiancheggiano l’altare le statue di Malchisedecco e Abramo di 168