le brame degli Estensi di Modena, parve necessità, dettata da saggia politica, munire Ferrara di poderosa fortezza. Gli esperti incaricati da Clemente Vili dei necessari studi per tale costruzione ritennero che questa sorgesse nel rione di Castel Tedaldo uno dei più popolati della città. Tale decisione costò a Ferrara la distruzione di grande numero di case, di palazzi, di chiese, di conventi, della più bella delle «delizie estensi» quella posta nell’ amena isoletta, essa pure scomparsa, di Belvedere, ed u-guale sorte toccò all’antichissimo Castel Tedaldo, testimonio di tutti gli eventi della nostra storia. La fortezza che era costata sì gravi sacrifici, riuscì un capolavoro di architettura militare e fu annoverata fra le più forti e munite d’Europa. Essa pure, dopo circa due secoli e mezzo di esistenza, veniva, con insano consiglio, distrutta. « Dove la tetra mole ingombrava di vasta ombra il suolo » ora ridono i viali, i parchi, le piazze e le ville di un recentissimo, vasto rione giardino. 20