costruire le scene ma bastevoli a mostrare che le figurazioni distrutte erano artisticamente inferiori alle superstiti. Gli affreschi sono divisi in tre zone orizzontali ben distinte e, verticalmente, in dodici scomparii, corrispondenti ai mesi dell’anno. Il soggetto della vasta opera è il committente dell’opera stessa, Borso d’Este, glorificato attraverso la rappresentazione delle sue pacifiche occupazioni. Amplificano lo svolgimento, geniali richiami mitologici di divinità trionfanti, i segni dello zodiaco e figure allegoriche d’incerta interpretazione. Si ignora chi abbia dato l'idea generale dell’opera e, degli artisti che la compirono, si conosce il nome di uno solo: il grande maestra Francesco del Cossa. Nella parete meridionale (destra) ove rimane la traccia di un grande camino - sul tipo di quello della sala delle Sibille in Casa Romei - le figurazioni dei mesi di gennaio e di febbraio sono quasi totalmente scomparse. Segue nella parete orientale, in cui giganteggia il Cossa (1469 circa) il Mese di Marzo. Lo scomparto inferiore fa vedere Borso presso un ricco edificio in atto di rendere giustizia, poi a cavallo mentre parte per la caccia fra gentiluomini, paggi e fal- 203