rleila Vergine e di S. Giovanni. La tela appesa a sinistra, di fronte alla «Cena» di i-gnoto, è opera del Bastardo. Nel presbiterio, l’altare maggiore costruito nel 1914, ha un magnifico colossale tabernacolo di legno eseguilo dal bolognese Antonio Maldrati nel 1596; i due quadretti con «la Manna nel deserto» e «l’ultima Cena» sono di Agostino Caracci. Le grandi tele laterali che rappresentano, una «l’Apparizione della Vergine a S. Bruno» e l’altro «l’esercito di Roberto conte di Sicilia protetto da un angelo per intercessione di S. Bruno» sono state dipinte da Giuseppe Avanzi (1645-1718). Nel coro, il gigantesco S. Cristoforo, titolare della Chiesa, è di Sebastiano Filippi e gli stalli provenienti dalla soppressa chiesa di S. Andrea hanno i postergali adorni di pregevoli tarsie simili a quelle della Cattedrale e forse eseguiti dagli stessi artefici, i Canozzi da Lendinara, anziché da Pietro Riccardi dalle Lanze - come un tempo cre-devasi. LA PIAZZA ARIOSTO Uscendo dalla Certosa e incamminandosi per Via Borso si giunge in breve alla vastissi- 113