Francesco Surchi detto il Dielai, Camillo e Sebastiano Filippi, Carlo Bononi e qualche altro di minor fama. Nella Sagrestia conservansi alcuni quadri seicenteschi di pregio, come la bella «Fuga ili Egitto» che lo Scarsellino trasse dal Tin-toretto, il «S. Agostino e il putto» e altri lavori giovanili del Bononi, la lunetta con « 1’ Eterno Padre » del Bagnacavallo (1484 f 1542) e, di maggior interesse ancora, il prezioso affresco di Lodovico Mazzolino (1481 f 1528) nel catino della cappelletta ove l’insigne pittore ha rappresentata « la Navicella della Chiesa nascente » in cui vedesi assisa la Madonna col Figlio, dal quale, S. Pietro che sta remando, riceve le simboliche chiavi. Dalla sacrestia si passa in un grazioso chiostro in cui si scorgono ancora le treccie dell’antico Oratorio di S. Girolamo, da secoli soppresso. In Via Scandiana, che costeggia la fiancata settentrionale della Basilica - fiancata che conserva le belle forme originali quattrocentesche - s’innalza il celebre 198