lo dopo il terremoto del 1570 che danneggiò gravemente la chiesa. La devozione a S. Francesco già vivissima in Ferrara quando il «Poverello» era ancor vivente, fece sorgere poco dopo la sua morte e canonizzazione una chiesa a Lui dedicata, come lo attesta un rogito del 1232. Nel 1341 questa venne ricostruita assai più vasta, talché fu possibile accogliervi nel 1438 i teologi de] Concilio Ecumenico iniziatosi in quell’anno nella nostra città per l’unione delle Chiese Latina e Greca. Per la munificenza degli Estensi la chiesa fu rifatta una terza volta .'li disegno di Biagio Rossetti (1494-1530), e riuscì una delle più perfette costruzioni del primo rinascimento. Il tempio è a croce latina su 3 navate con 21 cappelle. Gli archi di queste hanno il ciglio in cotto sorretto da capitelli pure in collo, di quella squisita fattura che è uno dei vanti della decorazione architettonica locale. Fregiano la navata maggiore e la trasversale una ricca decorazione a fogliami, putti e imprese eseguita da Gerolamo Carpi del quale sono pure i santi dipinti fra gli archi. Quelli dipinti nei pennacchi delle cupole (appiattite dopo il crollo causato del terremoto del 1570) e nei rosoni del centro sono del Do- 175