[I2.V.I9] Al Consiglio Supremo economico 553 lombardo di razza. Il suo primo discorso alla Camera mi ha fatto impressione. » « E allora siamo d’accordo: levami da una posizione impossibile. I cambi faranno una volata se non hai un ministro degli approvvigionamenti che sappia come maneggiarli in collaborazione con Stringher. E io non posso continuare a fare da Marta e da Maddalena. Però ti devo dire tutto il mio pensiero: e questo è che tu dovresti pensare anche alla tua salute. Hai lavorato troppo, hai avuto troppi dispiaceri: hai meritato tutta la riconoscenza del Paese. Non comprometterla. Preparati la successione e andiamocene tutti. Uomini nuovi mi sembrano necessari. » « Anche questa può essere una buona idea. Ma non impressionarti. La stampa mi è avversa, ma la Camera ed il Paese sono per me. Ora vai: devo andare subito da Wilson.» Entra Aldrovandi e partono assieme. Ma ho letto in faccia ad Orlando che le mie parole lo hanno colpito duramente. Ne sono molto turbato. Ho fatto male? Ho qui un grande amico, Armando Diaz, che è uomo di superiore equilibrio e serenità: scendo da lui e mi sfogo. Diaz mi dà ragione. « Ci vogliono uomini nuovi, ma tu devi restare fino all’ultimo in trincea. » Alle undici sono al Consiglio Supremo economico con Attolico e Dante Ferraris, grande industriale torinese, che Orlando ha desiderato venisse a far parte della mia organizzazione. Il Consiglio, dopo essersi occupato del blocco contro l’Ungheria che deve essere tolto, affronta la discussione delle due richieste fattegli dai Big Four circa le relazioni con la Germania, richieste formulate nella loro seduta del 9 maggio. Con la prima si chiede al Consiglio Supremo economico di iniziare pratiche coi neutri, onde farli concorrere in una restrizione severissima del blocco, nel caso che la Germania rifiutasse di firmare le condizioni di pace. La seconda riguarda la pubblicazione di un rapporto dimostrante l’inconsistenza dell’accusa lanciata dal conte Brockdorff-Rantzau nel suo famoso discorso del