7 Maggio (continua). I Quattro escono alle 16,30. Orlando ha l’aria preoccupata. Sonnino sembra soddisfatto. Aldrovandi, molto serio, pallido, cammina a testa bassa. Orlando mi fa cenno di seguirlo. Montiamo nella stessa automobile, soli, e partiamo rapidamente. « E cosi? — chiedo ansiosamente — che cosa è successo? » « Si sono divisi i mandati per tutte le colonie tedesche.» « E a noi che cosa è stato assegnato? » «A noi sono riconosciuti i compensi previsti dall’art. 13 del trattato di Londra. » «Come! Nient’altro? » «Volevo protestare, ma Sonnino mi ha tirato per la giacca e mi ha detto: — Accetta, perché se riconoscono l’articolo 13, devono riconoscere tutto il trattato. — Allora ho accettato. » « Ma questo è un errore grave! Il trattato di Londra non è mai stato disconosciuto. Anche ieri l’altro a proposito della suddivisione delle riparazioni mi sono valso dell’art. 11 ed i Tre mi hanno dato ragione. Che bisogno c’era di un nuovo riconoscimento? Il guaio sta nell’art. 5 che attribuisce Fiume alla Croazia. Comunque sei ben sicuro che manterranno la promessa contenuta nell’art. 13, ora che avete rinunciato a qualunque mandato sulle colonie tedesche, ora che avete riconosciuto la spoliazione della Germania a tutto loro vantaggio? » « È stata costituita una commissione per l’applicazione dell’art. 13. » « E se i commissari non andassero d’accordo?» Orlando mi guarda con tale espressione di dolore negli