[24.IV.19] Battaglia nel Consiglio economico 465 Poi si discute ancora, e Barzilai manifesta l’opinione, seguita da altri, che non si debba, nel colloquio coi tre capi, rientrare nel merito di tutta la questione; ma solo chiarire bene la situazione. Invece altri è per la conciliazione, e fra questi è evidentemente Sonnino, che pure non si esprime esplicitamente. Aldrovandi ha fissato il convegno per le 16 in casa di Lloyd George. Si fa colazione tutti assieme e poi siamo di nuovo assaliti nella hall dai nostri collaboratori e funzionari e dai giornalisti di ogni paese. Tutti gli italiani esprimono un solo avviso, unanime: « La delegazione deve lasciare la conferenza ». Gli stranieri sono interdetti: non sanno più che cosa dire: sono colpiti dall’unione e dall’entusiasmo degli italiani. Alle 16 Attolico viene nel mio ufficio a riferirmi l’esito della seduta del Consiglio Supremo economico, che ha avuto luogo dalle 10 alle 13 e nella quale ha rappresentato l’Italia secondo le istruzioni ricevute. Sotto la presidenza di Lord Robert Cecil si è svolta una grossa battaglia, alla quale sarebbe stato grave errore non partecipare. Il Presidente, riferendosi al suo grande discorso del 9 aprile, ha proposto misure immediate per la ripresa del commercio normale in tutta l’Europa, con l’abolizione dei blocchi. I francesi si sono opposti a qualsiasi allentamento del blocco verso la Germania. Gli americani hanno elevato vive proteste, dichiarando assurda la continuazione del blocco dopo la conclusione della pace e insistendo sulla necessità di cominciare subito ad alimentare la Germania, i cui approvvigionamenti hanno tardato anche troppo. I francesi hanno replicato che il ritardo degli approvvigionamenti alla Germania è provenuto non dal blocco, ma dalle difficoltà finanziarie e le hanno imputate agli americani. Questi sono scattati: non si tratta di diffi- 30.