[22.11.l8] Discorso Sormino alla Camera 55 22 Febbraio. Arrivo a Roma; e nel pomeriggio vado alla Camera. Sono accolto molto simpaticamente. Si attende un mio discorso anche in risposta a numerose interpellanze rivoltemi da deputati. Ma c’è una vera e propria sollevazione fra i produttori e i negozianti di olio di oliva contro i miei decreti di requisizione. Sono riusciti con numerose delegazioni di parlamentari a impressionare Orlando, che mi fa capire di non insistere. Vado su tutte le furie, perché l’agitazione è evidentemente fittizia e rivolta solo ad ottenere un forte rialzo dei prezzi già molto elevati. 23 Febbraio. Riprendo il lavoro al commissariato e mi preparo per parlare alla Camera. La Camera si apre alle 14. Parlano il deputato Agnelli, i ministri Meda, Ciuffelli e Bianchi, poi Sonnino pronuncia un chiarissimo discorso sugli scopi della nostra guerra. « Le rivendicazioni — egli dice — di fronte all’Austria-Unghe-ria rispondono al doppio concetto etnico e della legittima sicurezza per terra e per mare... Là dove si tratti di popolazione a carattere misto, un’equa delimitazione si può ottenere solamente mediante mutue concessioni e reciproci sacrifici, sotto pena di creare uno stato di cose foriero di futuri conflitti. A questo concetto sono inspirate le rivendicazioni italiane, le quali, secondo la nostra convinzione, sono atte ad assicurare nell’avvenire quella fiduciosa collaborazione nel campo politico ed economico che è interesse vitale dell’Italia e delle nazionalità jugoslave d’instaurare su basi incrollabili. » Prende la parola il ministro della guerra Alfieri e poi l’on. Filippo Turati. Poi parla Orlando, che comincia: « Mi preme dare subito alla Camera notizie relative agli approvvigionamenti.