724 Malattia [g.viii.ig] menti, ma io non lo seguo più. Dopo dieci minuti prego Loucheur di prendere il mio posto. Tutti hanno notato il mio pallore ed hanno visto che non reggo più. La seduta è sospesa. Tutti mi sono affettuosamente intorno. Saluto, salgo in automobile, alle 17 sono all’Edouard VII e mi metto a letto. 9 Agosto. Non ho più potuto scrivere i miei appunti serali. Oggi soltanto posso riprendere la penna. Sono vivo per un miracolo della moderna chirurgia. Quando mi posi a letto ero assolutamente convinto di essere sotto un violento attacco di colite, poiché avevo gli identici dolori delle altre volte, dolori alla parte sinistra ed alla parte superiore del ventre. Premendo la parte inferiore destra non sentivo dolore. Non so come, il medico militare della delegazione non venne che alle sette della mattina seguente. Io avevo già preso una buona dose di olio di ricino. Il medico militare, dott. Vaccaro, un giovane tenente piuttosto timido, scosse il capo in segno di disapprovazione e mostrò viva ansietà. Passai tra forti dolori la giornata di martedì 22. Mercoledì mattina spasimavo e avevo febbre a 39. Chiamai il mio medico di fiducia, direttore dell’ospedale militare italiano di Parigi, il dott. Vitale Modiano. Venne subito, mi visitò e mi disse: « Cara Eccellenza, io sono chirurgo, desidero che La visiti un medico specialista ». Telefonò e venne il prof. Loeper. Avevo un forte singhiozzo, atroci dolori e febbre a 38,5. Volle subito un consulto. A mezzogiorno arrivarono il prof. Gosset, il celebre chirurgo, e il dott. Vidal, il celebre medico di Francia. Si consultarono nel mio studio, accanto alla mia camera da letto e mi mandarono il mio caro amico Rondoni. « Caro Silvio, è necessaria una operazione. »